Pechino, tramonto sul maxischermo: lo smog nasconde il sole

Essere costretti ad osservare il tramonto su di un megaschermo è forse il fondo che la città di Pechino sta cominciando a grattare: l’altissimo livello di inquinamento, con valori anche 26 volte oltre la soglia indicata come “rischio” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sta costringendo le autorità cinesi a mettere in campo misure eccezionali per mitigare l’incidenza dell’inquinamento.

Il Centro per il Monitoraggio Ambientale della municipalità di Pechino ha rilevato una densità di polveri 2.5 di oltre 700 microgrammi per metro cubico in molte aree della città, un valore che supera di quasi trenta volte la concentrazione massima di polveri sottili considerata accettabile dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che fissa in 25 microgrammi per metro cubo la soglia di sicurezza.

Oramai la quotidianità dei pechinesi è seriamente compromessa: impossibile uscire di casa senza mascherina di protezione (protezione decisamente poco efficace, seppur necessaria), odore acre in tutto il perimetro della città, visibilità al di sotto dei 100m, quattro snodi autostradali chiusi nel tentativo di ridurre l’inquinamento. Sembra però che tutto questo non sia abbastanza e Pechino vive i momenti più bui della sua storia ambientale. Nella sola capitale cinese si contano circa venti milioni di abitanti e 5,2 milioni di auto che circolano ogni giorno sugli anelli autostradali della città, una cifra, questa, destinata a salire nei prossimi anni, ma che da sola non basta a spiegare il fenomeno dell’inquinamento.

Tanto bui che le autorità, per mitigare lievemente l’impatto emotivo che tutto questo comporta alla cittadinanza, hanno deciso di installare in piazza Tienanmen, famosa per le proteste del lontano 1989, un megaschermo sul quale trasmettere un intenso tramonto rosso e giallo, i colori naturali della rivoluzione che i pechinesi rischiano di dimenticare, almeno in natura, appiattiti dall’intenso grigiume dell’inquinamento.

Le autorità consigliano di restare in casa, di non svolgere attività sportive (quelle scolastiche sono state vietate), ma hanno anche richiesto una diminuzione delle attività delle imprese di costruzione e una riduzione delle emissioni industriali, alla quale 54 imprese edilizie e 28 gruppi industriali hanno deciso di ottemperare.

A.S.

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