Alluvione a Modena, Danilo Mainardi assolve le nutrie e chiede conto ai politici

Gli argini del Secchia sono saltati, nella recente alluvione che ha colpito Modena, secondo l’ex ministro Giovanardi a causa delle nutrie, dette anche castorini. Ma le nutrie poverine di colpe non ne hanno e l’univo vero responsabile è l’uomo.

A sollevare dalle colpe le povere nutrie è Danilo Mainardi volto noto della tv per essere uno degli esperti di Quark, nonché attualmente professore Emerito di Ecologia comportamentale presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università Cà Foscari di Venezia. Spiega il prof. Mainardi l’origine delle nutrie in Italia:

Le nutrie sono state abbandonate lì quando sono stati chiusi gli stabilimenti di pellicce. È sempre la solita, di tanti animali ai quali si dà la colpa. Sono animali che non vengono minimamente contemplati nel nostro ambiente, non ci sono predatori per tenerli controllati. Non siamo in Sud America, dove dovrebbero essere, siamo nella Pianura Padana dove le ha portate l’uomo. È un animale uscito completamente dal suo habitat. Di solito c’è una preda e c’è un predatore: qui, invece, c’è solo la preda e il predatore non è mai arrivato. È uno squilibrio che alla lunga si paga perché si va contro natura.

Per Coldiretti le nutrie sono una vera calamità naturale che produce ogni anno danni per 20 milioni di euro:

Le nutrie sono particolarmente dannose perché creano le tane in prossimità di canali ed arginature scavando lunghe ed ampie gallerie provocando crolli ed esondazioni. Si originano così fenomeni di abbassamento delle strade poderali che, oltre a rendere difficoltosa e pericolosa il transito dei trattori, mettono in grave pericolo la sicurezza idraulica. Ad essere a rischio quindi è la tutela dell’ambiente e la sicurezza di tutti i cittadini ma anche il reddito delle imprese agricole perché le nutrie nutrendosi dei germogli di piante erbacee ed arboree, rasano i campi di cereali mettendo a serio rischio la produzione e, di conseguenza, la redditività delle imprese agricole locali.

Gli animalisti esperti del settore invece le difendono a spada tratta dedicando loro anche un bel sito Tutto sulla nutria in cui spiegano che la guerra alle nutrie nasce per puri scopi economici e spiegano perché la nutria non può essere accusata di distruggere colture, trasmettere la leptospirosi e distruggere gli argini dei fiumi:

Porta malattie come la Leptospirosi
Sbagliato: studi recenti effettuati dagli Istituti Zoo-profilattici hanno dimostrato che non esiste alcun pericolo di tipo igienico – sanitario. La nutria non può essere considerata un vettore di agenti patogeni, non più di quanto non lo sia qualsiasi altro animale parte della fauna selvatica.

Distrugge gli argini dei fiumi
Alcune volte in mancanza di altri nascondigli, è costretta a scavare dei cunicoli da utilizzare come tana. Ma per sua natura, la nutria tende poi a occupare lo stesso luogo per tutta la vita. Insomma, non avrebbe bisogno di scavare ulteriormente.
Se non fosse ancora una volta per l’azione dell’essere umano (che sorpresa) che le da la caccia, causandole stress e inducendola ad allontanarsi e trovare altri rifugi, e di conseguenza creare altre tane. Per risolvere questo inconveniente, sarebbe sufficiente inserire delle reti metalliche lungo gli argini, che rendano impossibile lo scavo. Costose? Molto meno di quanto sia già stato speso per le catture, violente e controproducenti.

Crea danni alle colture
Strano: la nutria preferisce i terreni incolti. Perché si spinge fino ai campi coltivati?
Sempre tenendo presente che non è lei ad aver invaso casa nostra, ma al contrario siamo stati noi ad averla costretta a vivere lontana dal suo habitat naturale, bisogna sapere che quando esce dalla tana, si sposta nell’arco dei primi 5-10 metri dall’argine.
Lasciando quest’area incolta, si possono evitare molti danni. Ma siccome anche le colture sono ormai votate alla produzione industriale, si vuole occupare sempre più terreno, sempre più intensivamente.

Foto |AAE Nutrie

Marina Perotta

Sono giornalista professionista dal 1996 e ho iniziato a scrivere per Nuova Stagione. A 20 anni inizio la collaborazione con Il Mattino di Napoli (come si diceva una volta da abusiva) per circa 4 anni. Divento giornalista praticante a Cronache del Mezzogiorno nel 1994 sotto la direzione di Gigi Casciello e in seguito, nel 1998 lavoro come caposervzio a Napoli Sera progetto di un quotidiano del pomeriggio di Roberto Tumbarello. Continuo a lavorare per Il Mattino fino al 2001 dove mi hanno spesso chiamata come redattore di prima nomina per le coperture estive. Nel frattempo coltivo collaborazioni con varie testate tra cui Cosmopolitan con la direzione di Patrizia Pontremoli. Dal 1997 al 2001 collaboro con l'Università l'Orientale di Napoli presso cui mi sono laureata in lingua e letteratura Hindi e Cinese, come responsabile per le lingue orientali per il laboratorio linguistico, per l'insegnamento delle lingue orientali a distanza grazie all'ausilio del web.Nel 2003 approdo al CNR ITD di Palermo per seguire un corso finanziato dalla Ue sulla formazione a distanza destinata alle PMI. (la mia pubblicazione in collaborazione con il prof. Paolo Maresca) Mi occupo anche della progettazione di CD multimediali sempre destinati alla formazione sulle nuove tecnologie per l'Asmez. E' il 2004. Nel 2007 inizio la collaborazione con Blogo.it scrivendo per Ecoblog.it dove scrivo di agricoltura, energia, ambiente, rinnovabili, nucleare e di nuovi stili di vita sostenibili. Dal 2008 al 2012 lavoro in RCS come coordinatore della moderazione delle pagine di Gazzetta.it coprendo con due team sia le pagine del quotidiano on line sia la community e il forum.Coordino in telelavoro circa 80 moderatori e due distinte community. Coordino per Splinder sempre in telelavoro la comunicazione con gli utenti. Da febbraio 2012 lavoro per Blogo.it come community manager coordinando i blog dell'area lifestyle e Donna.

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