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Detersivi e saponi con antibatterico triclosan: 5 motivi per non usarli più

La FDA, Us Food and Drug Administration ha annunciato una nuova posizione sul sapone antibatterico : i produttori devono dimostrare che sia sicuro e più efficace di un semplice lavaggio con sapone convenzionale e acqua o devono toglierlo dagli scaffali dal 2016.

Circa il 75 per cento di saponi antibatterici liquidi e il 30 per cento dei solidi utilizzano il triclosan come ingrediente attivo. Il farmaco era utilizzato esclusivamente in ambito ospedaliero ma è stato adottato dai produttori di saponi nel corso del 1990 per un volume di affari pari a 1 miliardo di dollari. Dopo il sapone il tricolosan è stato aggiunto anche a una serie di prodotti per l’igiene quali le salviette, il gel per pulire le mani oppure su taglieri, materassi e in ogni sorta di articolo per la casa, arrivando a uno uso eccessivo.

All’FDA fu chiesto nel 1972 di pubblicare le linee guida per l’uso de triclosan ma la bozza finale è stata pubblicata lo scorso 16 dicembre 2013. Nel rapporto sono analizzati decenni di ricerca e è stato osservato che i costi di saponi antibatterici probabilmente superano i benefici e dunque la FDA obbliga i produttori a dimostrare il contrario.

Ecco dunque i cinque motivi per cui è preferibile evitare saponi con antibatterico triclosan.

Perché i saponi antibatterici non sono più efficaci di sapone convenzionale e acqua

Sandra Kweder vice direttore del FDA ha detto:

Ci sono tantissimi consumatori che usano un prodotto con sapone antibatterico convinti di poter proteggere se stessi e i propri cadi dalle malattie. Ma non abbiamo alcuna prova che i saponi con anti batterico funzionino meglio dei saponi convenzionali.

I produttori di detergenti, al contrario, dicono che hanno le prove di una efficacia superiore del triclosan e il disaccordo deriva dall’utilizzo di diversi tipi di metodi di prova. I test che misurano rigorosamente il numero di batteri sulle mani di una persona dopo l’uso mostrano che i saponi con triclosan uccidono leggermente più batteri rispetto a quelli convenzionali.
Ma alla FDA non basta poiché vuole dati che dimostrino che questo si traduce in un beneficio clinico reale, come i tassi di infezione ridotte. Finora le analisi dei benefici per la salute non mostrano alcuna prova che il triclosan possa ridurre la trasmissione di alcune infezioni respiratorie o gastrointestinali. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che i saponi antibatterici colpiscono i batteri ma non i virus che causano la maggior parte dei raffreddori stagionali e delle influenze.

I saponi antibatterici hanno il potenziale per creare batteri resistenti agli antibiotici

Il motivo per cui la FDA chiede ai produttori di dimostrare l’efficacia di questi prodotti è dovuto a una serie di possibili rischi per la salute connessi con triclosan e la resistenza batterica è il primo della lista.

Il massiccio uso di antibiotici può causare resistenza il che vuol dire che una piccola popolazione di batteri con una mutazione casuale riesce a sopravvivere all’esposizione alla sostanza chimica. Se questo prodotto chimico è usato abbastanza frequentemente ucciderà altri batteri ma permetterà al piccolo sottoinsieme resistente di proliferare. Se questo accade su una scala abbastanza ampia l’antibatterico risulterà inutile per quel ceppo.

Questo è attualmente un problema enorme in medicina tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità la definisce una ” minaccia per la sicurezza sanitaria globale”. Infatti già alcune specie di batteri, in particolare MRSA meticillin resistant Staphylococcus aureus, hanno anche acquisito resistenza a farmaci diversi, complicando gli sforzi per controllare e trattare le infezioni. Alcuni studiosi ritengono necessarie ulteriori ricerche sul triclosan prima di stabilire che aumenta la resistenza dei batteri ma altri studi ne hanno suggerito la possibilità.

I saponi con triclosan possono agire come interferenti endocrini

Una serie di studi hanno trovato che nei ratti, rane e altri animali il triclosan sembra interferire con la regolazione dell’ ormone tiroideo, forse perché gli assomiglia chimicamente. Nel caso degli esseri umani vi sono preoccupazioni relative alla possibile sterilità, alla pubertà precoce, obesità e cancro.

Questi effetti non sono ancora stati provati negli esseri umani, ma la FDA esprime “una preoccupazione” e osserva che considerati i benefici minimi dell’utilizzo triclosan a lungo termine non vale usarlo.

I saponi potrebbero portare ad altri problemi di salute

Ci sono prove che i bambini che subiscono l’esposizione prolungata a triclosan hanno una maggiore probabilità di sviluppare allergie, come alle arachidi e febbre da fieno. Gli scienziati ipotizzano che questo potrebbe essere il risultato di una ridotta esposizione ai batteri necessari per il corretto funzionamento e sviluppo del sistema immunitario.

Un altro studio ha trovato la prova che il triclosan interferisce con le contrazioni muscolari nelle cellule umane. Ciò perchè può penetrare attraverso la pelle ed entrare nel flusso sanguigno più facilmente di quanto originariamente pensato. Una analisi del 2008, per esempio, ha trovato triclosan nelle urine del 75 per cento delle persone testate.

I saponi antibatterici fanno male all’ambiente

Quando usiamo detergenti con il triclosan questi finiscono giù per lo scarico. Una ricerca ha dimostrato che anche piccoli quantitativi di sostanze chimiche possono persistere dopo il trattamento negli impianti di depurazione e di conseguenza finiscono in torrenti e altri corsi d’acqua. Una volta nell’ambiente il triclosan può compromettere la capacità delle alghe di svolgere la fotosintesi.

Il triclosan è una sostanza chimica è liposolubile, il che significa che si accumula nel grasso dei tessuti per cui gli scienziati sono preoccupati per la bioamplificazione. Comparendo nei tessuti degli animali più elevati nella catena alimentare. La prova di questa possibilità è stato ottenuta nel 2009 quando le indagini sui delfini al largo della costa della Carolina del Sud e Florida hanno trovato la sostanza chimica nel sangue.

Che cosa possiamo fare?


Leggere l’INCI ossia l’etichetta dei prodotti che acquistiamo per conoscere gli ingredienti usati e se è presente il triclosan. Lavarsi le mani con saponi convenzionali in ogni caso è sufficiente a disinfettarle poiché l’efficacia del lavaggio dipende da quanto tempo ci si lava e un po’ di gel con antibatterico, ad esempio, ha un effetto che dura molto limitatamente nel tempo.

Via | Smithsonian Mag

Marina Perotta

Sono giornalista professionista dal 1996 e ho iniziato a scrivere per Nuova Stagione. A 20 anni inizio la collaborazione con Il Mattino di Napoli (come si diceva una volta da abusiva) per circa 4 anni. Divento giornalista praticante a Cronache del Mezzogiorno nel 1994 sotto la direzione di Gigi Casciello e in seguito, nel 1998 lavoro come caposervzio a Napoli Sera progetto di un quotidiano del pomeriggio di Roberto Tumbarello. Continuo a lavorare per Il Mattino fino al 2001 dove mi hanno spesso chiamata come redattore di prima nomina per le coperture estive. Nel frattempo coltivo collaborazioni con varie testate tra cui Cosmopolitan con la direzione di Patrizia Pontremoli. Dal 1997 al 2001 collaboro con l'Università l'Orientale di Napoli presso cui mi sono laureata in lingua e letteratura Hindi e Cinese, come responsabile per le lingue orientali per il laboratorio linguistico, per l'insegnamento delle lingue orientali a distanza grazie all'ausilio del web.Nel 2003 approdo al CNR ITD di Palermo per seguire un corso finanziato dalla Ue sulla formazione a distanza destinata alle PMI. (la mia pubblicazione in collaborazione con il prof. Paolo Maresca) Mi occupo anche della progettazione di CD multimediali sempre destinati alla formazione sulle nuove tecnologie per l'Asmez. E' il 2004. Nel 2007 inizio la collaborazione con Blogo.it scrivendo per Ecoblog.it dove scrivo di agricoltura, energia, ambiente, rinnovabili, nucleare e di nuovi stili di vita sostenibili. Dal 2008 al 2012 lavoro in RCS come coordinatore della moderazione delle pagine di Gazzetta.it coprendo con due team sia le pagine del quotidiano on line sia la community e il forum.Coordino in telelavoro circa 80 moderatori e due distinte community. Coordino per Splinder sempre in telelavoro la comunicazione con gli utenti. Da febbraio 2012 lavoro per Blogo.it come community manager coordinando i blog dell'area lifestyle e Donna.

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Marina Perotta

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