Al lavoro in bicicletta? Il ministro dei trasporti francese propone rimborsi per i dipendenti

Il ministro dei trasporti di Francia Frédéric Cuvillier annuncerà oggi un “Piano nazionale del ciclismo” contenente diverse misure volte ad incentivare l’uso della bicicletta, in particolare per i pendolari.

Il Piano sarà la prima risposta alla petizione online fatta da Carfree in Francia al presidente Hollande, portata avanti su Avaaz.

In media un cittadino francese passa 35 ore l’anno imbottigliato nel traffico: più di un giorno e mezzo sprecato tra stress, linguaggio irriferibile e frustrazione totale. Uno spreco di tempo prezioso e di energie che potrebbero essere usate in ben altro modo (anche solamente godendosi la vita, per dirne una), oltre che a rappresentare un pericolo costante per la salute del pianeta.

Il record europeo va ai cittadini belgi, che con le loro 58 ore l’anno trascorse in auto sfondano abbondantemente il muro dei due giorni buttati via mentre noi italiani ci garantiamo un posto di metà classifica con 25 ore l’anno: niente male.

Entrando nello specifico di questo studio si nota come nelle grandi città il tempo trascorso in auto, rispetto ai dati del 2012, sia diminuito: a Parigi addirittura è diminuito di 8 ore (ma resta stabile in quota belga, con 55 ore l’anno di media trascorse in coda nel traffico parigino). Il paradosso di un mondo dove le auto sono le più veloci di sempre e, contemporaneamente, le più ferme di sempre.

Cifre che tuttavia non sono sufficienti a mitigare l’impatto sull’ambiente e sulla qualità della vita dei francesi.

La proposta del ministro Cuvillier sarà rivolta alle aziende (inizialmente volontarie) che si impegnano a rimborsare le spese, a chilometro, dei dipendenti che si spostano in bicicletta: un modo di incoraggiare i lavoratori a darsi al ciclismo.

Siamo ben lontani da quella Coppa Cobram del film Fantozzi Contro Tutti: l’idea è quella di incentivare l’uso della bicicletta il più possibile, attrezzando strutture, garage e predisponendo addirittura, dove possibile, delle docce per evitare ascelle commosse durante meeting aziendali. Ma non solo: l’idea è quella di rimborsare, con denaro sonante, i chilometri percorsi: 21 centesimi al chilometro. Una vera e propria indennità chilometrica, tra l’altro esente da oneri fiscali per il datore di lavoro.

A conti fatti, personalmente riuscirei a pagarmi il pranzo tutti i giorni. La proposta era stata avanzata, tempo fa su Le Figaro, anche dal sindaco della nona circoscrizione di Parigi, Philippe Goujon: i due milioni di ciclisti francesi costerebbero circa 20 milioni di euro allo Stato francese, certamente non un costo insostenibile se rapportato ai benefici per l’ambiente.

I principali argomenti di discussione, scrive il Ministero dei Trasporti francese, saranno le misure per promuovere l’intermodalità tra il trasporto pubblico e ciclabile, una migliore condivisione dello spazio pubblico (reso più sicuro per tutti gli utenti), incentivi finanziari per il ciclismo, maggiore pianificazione urbana, sviluppo di nuovi percorsi per la ricreazione e il turismo, campagna di comunicazione sui vantaggi nello spostarsi a piedi e in bicicletta.

A.S.

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