A woman uses a selectif sorting trash container to recycle plastic bottles in Fouesnant, western France on March 5, 2013. AFP PHOTO / FRED TANNEAU (Photo credit should read FRED TANNEAU/AFP/Getty Images)
Un concetto fondamentale va come premessa: i rifiuti si trasformano in soldi se non sono conferiti in discarica o all’inceneritore. Tradotto terra-terra: gettare i rifiuti è costoso, non gettarli fa risparmiare e un comune è più ricco quanti più rifiuti riesce a raccogliere e a rivendere.
Detto ciò vi racconto del progetto di Daniela Vellutino docente di Comunicazione Pubblica e Linguaggi Istituzionali all’Università di Salerno che ha messo attorno a un tavolo istituzioni, studenti e associazioni ambientaliste per capire come usare gli open data (pochi per ora) per mettere assieme informazioni e poi notizie.
Il progetto si chiama “Dagli open data alle notizie” con un obiettivo iniziale: individuare gli open data sull’ambiente utili sia ai comunicatori pubblici sia ai giornalisti per produrre rispettivamente informazioni e notizie. Per fare ciò gli studenti sono stati sguinzagliati sul campo e hanno preso sotto monitoraggio i comuni di Pellezzano, Eboli, Buccino, Palomonte e il Comune Santa Maria la Carità di Provincia di Napoli. Ma solo un comune risulta analizzato in maniera completa ed è quello di Pellezzano grazie al lavoro di Azzurra Trani.
Ma praticamente in cosa consistono gli open data sui rifiuti richiesti dagli studenti? Dati semplici semplici quali informazioni che ogni cittadino/contribuente può richiedere alla propria amministrazione e da queste semplici domande è venuta fuori una griglia di proposte su quali informazioni dovrebbero fornire gli open data elaborati da parte dei comunicatori istituzionali e dai giornalisti sotto forma di notizie:
Mi spiega Daniela Vellutino:
Continueremo il progetto e con Legambiente farò un piano dei comuni in cui sono presenti i loro circoli.
Se una difficoltà c’è consiste nel trovare cittadini attivi che siano disposti a fare i monitoraggi civici poiché gli studenti limitano la loro attività solo per la preparazione dell’esame.
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