Grandi navi nella laguna di Venezia, il Tar riapre i canali

Il Tar del Veneto, nel primo pomeriggio di ieri, ha accolto la richiesta di sospensiva dei “blocchi” del governo in laguna, presentata con due ricorsi da Venezia terminal passeggeri, la società di gestione del terminal della Marittima (con l’avvocato Vittorio Domenichelli), e da otto imprese portuali più il comitato Cruise Venice (con l’avvocato Roberto Longanesi Cattani).

Come Penelope anche l’Italia di giorno tenta maldestramente di intessere una tela, salvo poi altrettanto maldestramente rovinarla di notte per poi ricominciare daccapo.

E così i dinosauri del mare, quelle grandi navi (grandi come un condominio di 8 piani di una periferia degradata) bandite dalla laguna di Venezia perchè pericolose per l’incolumità dei beni culturali della città, per la salute del mare e per il traffico già congestionato dell’intera rete di canali di Venezia, potranno tornare ad attraccare la cima a piazza San Marco.

Non che, in verità, oggi le navi siano ferme: in base all’ordinanza firmata dall’allora ministro dell’Ambiente Andrea Orlando (oggi alla Giustizia, dicastero dal quale dipende il Tar) lo stop al traffico è previsto entro il 1 novembre 2014.

Ad oggi infatti si è assistito, e solo dal 1 gennaio, ad una riduzione del 20% dei transiti. Un provvedimento che è stato di fatto annullato dal tribunale regionale del Veneto, che ha ritenuto ragionevoli le rimostranze del Venezia Terminal Passeggeri, che temeva un dimezzamento del flusso turistico in laguna (nel 2013 2,2 milioni di turisti).

Ma non solo. La sentenza del Tar dice anche che:

“Le misure in esame si pongono conseguentemente in contrasto con lo specifico principio di gradualità enunciato. L’interdizione del transito può essere consentita solo a partire dal momento dell’effettiva disponibilità di una via alternativa.”

insomma, le navi in laguna ci devono passare e se non si possono bloccare allora si aprano nuove vie. Il riferimento è al decreto Clini-Passera, che citiamo:

“È vietato il transito nel canale di San Marco e nel canale della Giudecca delle navi adibite al trasporto di merci e passeggeri superiori a 40.000 tonnellate di stazza lorda.”

A questo si aggiunga la scarsa attività istruttoria che ha portato il legislatore (il governo) a legiferare per decreto in materia di grandi navi: il governo infatti non avrebbe tenuto conto dell’effettiva pericolosità o meno della presenza e del transito di questi colossi del mare in laguna. Insomma, senza specifiche valutazioni dei rischi è un “liberi tutti”.

Peccato che non si riesca a normare il buonsenso:

“La decisione del Tar del Veneto di sospendere il divieto di circolazione delle grandi navi a Venezia non è di certo un bel segnale ed è il frutto di una scelta scriteriata degli anni passati che ha creato questa consuetudine di far transitare le navi da crociera in un contesto dove, invece, dovrebbero essere bandite. Ora il Governo acceleri per individuare soluzioni alternative e prendere provvedimenti immediati per il bene della città e dell’ecosistema lagunare. Per Legambiente è necessario ripianificare l’attività portuale di Venezia e spostare l’home port a Marghera, lontano dal fragile cuore della città, riqualificando l’area industriale dimessa di Marghera, creando nuova occupazione e soprattutto dando un nuovo futuro alla città. Una sfida importante per rilanciare e tutelare Venezia e il suo patrimonio ambientale, storico e artistico, ma anche una sfida per l’intero Paese che deve puntare sulla pianificazione e riqualificazione urbana.”

dichiara in una nota Sebastiano Venneri, responsabile mare di Legambiente.

A.S.

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