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Emissioni di CO2 a meno 40% nel 2030: finalmente un forte segnale dall’Unione Europea

L’Unione Europea, spesso considerata debole e indecisa sullo scenario internazionale, sta finalmente per prendere una decisione coraggiosa in campo ambientale: ci si sta orientando sull’obiettivo di raggiungere nel 2030 la riduzione delle emissioni di CO2 del 40% rispetto ai livelli del 1990.

Le emissioni europee rappresentano solo meno del 12% dell’inquinamento globale, a fronte del 43% di Cina e USA, ma una simile decisione del vecchio continente rappresenta  un segnale forte per tutta l’umanità che potrebbe spingere altre nazioni su un percorso simile.

«E’ tutta una questione di segnali», afferma Elmar Kriegler dell Potsdam Institute per la ricerca climatica, «una azione da parte dell’UE potrebbe convincere altri paesi che tagli stringenti alle emissioni sono praticabili dal punto di vista finanziario, rendendoli pià propensi a ridurre le proprie emissioni. Molto dipende dalla percezione che gli investitori avranno sul fatto che il sistema politico si sta muovendo verso un mondo a basso carbonio».

Come si vede dal grafico in basso, l’ Unione sta seguendo abbastanza bene la tabella di marcia che dovrebbe portare ad una riduzione della CO2 del 20% entro il 2020, visto che in soli sei anni, dal 2006 al 2012 le emissioni sono calate da 4,52 a 3,98 Gt.

L’obiettivo “meno 40%” è abbastanza realistico se si tiene in conto il miglioramento dell’efficienza energetica, la diffusione dell’agricoltura biologica, una certa decrescita dei consumi superflui e voluttuari e il rafforzamento delle onti energetiche rinnovabili.

Se l’Europa ha infatti ancora le idee confuse a proposito di indipendenza energetica a breve termine, l’obiettivo di lungo periodo è chiaro con una produzione di energia da fonti rinnovabili che nel 2030 dovrebbe raggiungere la quota del 27%.

EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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