
A Chinese family wearing face masks to protect against air pollution walk along a street in Beijing on March 27, 2013. China will more than double the number of cities covered by air quality monitoring, as part of efforts to tackle heavy smog that has sparked huge public anger. Swathes of acrid haze have repeatedly shrouded large parts of the country in recent months, provoking outrage among Internet users and unusually outspoken calls for action in state-run media. AFP PHOTO/Mark RALSTON (Photo credit should read MARK RALSTON/AFP/Getty Images)
Nelle metropoli cinesi l’aria è diventata irrespirabile. Quest’inverno, nella città mineraria di Xingtai, è stata raggiunta la soglia di 880 µg/m³ e gli altri dirigenti della Repubblica Popolare hanno iniziato a prendere seri provvedimenti per ripulire l’aria dei loro principali centri urbani. Si tratta di un’impresa molto ardua perché limitare l’inquinamento atmosferico significa tirare il freno un’economia in continua espansione.
Sono sempre di più gli artisti cinesi che scelgono di mettere la loro creatività al servizio di una protesta eco. Nel mese di febbraio un gruppo di 20 artisti ha inscenato una performance sdraiandosi davanti al Tempio del Paradiso di Pechino, con una maschera antipolvere sul volto, come a voler simulare una morte per asfissia da smog.
A marzo alcuni artisti di Changsha hanno inscenato un finto funerale per quella che immaginavano essere la morte dell’ultimo cittadino della città a causa dello smog.
Ma la notizia che ha fatto il giro del mondo è stata la vendita dell’“opera” dell’artista Liang Kegang che, lo scorso mese, ha messo all’asta un barattolo di vetro contenente aria pulita della Provenza “raccolta” durante un viaggio d’affari nel sud della Francia.
All’asta hanno preso parte 100 persone fra artisti cinesi e collezionisti e il pezzo è stato battuto a 5.250 yuan, vale a dire a 616 euro.
L’aria dovrebbe essere il bene per eccellenza senza valore, un bene che anche vagabondi e mendicanti dovrebbero essere liberi di respirare. Questo è il modo per suscitare delle domande e per esprimere la mia insoddisfazione. Dopo il boom della maschere antipolvere (andate esaurite quest’inverno) e i purificatori d’aria per la casa, ora l’aria pulita diventa anche “materia prima” per le opere d’arte.
Via | The Guardian
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