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La “quasi-bufala” del carburante creato dall’ acqua di mare

“Abbiamo trasformato l’acqua marina in carburante” titola trionfalmente Repubblica di ieri, riferendo di un’operazione riuscita della marina americana. I ricercatori del Naval Ressearch Laboratory non sono da meno, perchè hanno intitolato il video qui sopra “Creating fuel from seawater”.

Cherosene dall’acqua?  Una sorgente rinnovabilie e virtualmente infinita, senza emissione netta di CO2; perchè nessuno ci ha mai pensato prima? Semplicemente perchè, detto così, è semplicemente falso.

In realtà si tratta di usare energia elettrica per ottenere idrogeno  dall’acqua di mare con l’elettrolisi e in isura minore per estrarre la CO2 dalla stessa acqua. Nè Repubblica, nè il NRL lo dicono esplicitamente, anche se è scritto tutto nero su bianco in questa pubblicazione dei ricercatori della marina del 2010 (1).

Per ottenere un litro di carburante occorre filtrare la bellezza di 25 metri cubi di acqua per ottenere la CO2 dissolta e spendere ben 56 MJ di energia elettrica per ottenere l’idrogeno. Poichè un litro di carburante  ha un potere energetico di 32,9 MJ, il rendimento parziale della trasformazione enrgetica è pari al 58,5%.

Se l’energia elettrica viene prodotta da un impianto termico con un rendimento del 40%, il rendimento totale è pari al 23,4%. Un bilancio mediocre e di quasi nessuna utilità.

Infatti, nella dimostrazione pratica delluso del carburante sintetico, i tecnici della marina non hanno alimentato una portaerei e nemmeno una cacciatorpediniera o un motoscafo, ma un aeromodello di Mustang che avrà consumato al più qualche decilitro di carburante!

Se fossero stasti onesti, avrebbero detto di aver inventato un metodo che usa quattro litri di combustibile fossile per produrne uno, ma così avrebbe fatto assai meno effetto…

(1) I ricercatori hanno usato le osolete unità imperiali galloni e BTU, che qui ho opportunamente ritradotto nel sistema decimale. I calcoli da loro riportati si riferiscono alla sintesi di molecole di undecano C11H24.

EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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