
GREVENBROICH, GERMANY - APRIL 03: Steam rises from cooling towers at the Neurath coal-fired power plant on April 3, 2014 near Grevenbroich, Germany. A recent European Union study rated the Neurath power plant as the biggest emitter of CO2 in Germany, with 33.3 million tons in 2013, making it the second biggest in Europe. Owned by energy conglomerate RWE, the Neurath plant began operation in the 1970s and expanded with added blocks in 2012. It currently produces 4,400 megawatts of electricity annually, making it also the second biggest electricity producer in Europe. (Photo by Sascha Schuermann/Getty Images)
Il mese di aprile 2014 è stato il peggiore sotto il profilo delle emissioni di CO2 in atmosfera: a rivelarlo è Climatecentral.org, che riportando alcune dichiarazioni di Pieter Tans, scienziato del clima alla National oceanic and atmospheric administration (Noaa), una costola del dipartimento del commercio Usa.
Il mese di aprile, un tempo “dolce dormire”, è ufficialmente il mese “grigio” dell’anno, il mese nella storia dell’umanità in cui si è respirata l’aria peggiore: il livello medio di anidride carbonica in atmosfera ha superato in modo costante le 400 parti per milione (ppm).
Gli esperti citati da Climate Central affermano che le concentrazioni di CO2 dovrebbero quasi sicuramente rimanere al di sopra delle 400 ppm a maggio e forse anche a giugno, per poi tornare a scendere sotto questo livello a luglio. La prima misurazione oltre le 400 ppm è stata rilevata il 9 maggio del 2013 e, secondo Tans, sarà maggio 2014 il mese in cui si sfonderà il tetto dei 400ppm, arrivando a 402,05ppm, per poi calare leggermente anche se i livelli potrebbero restare sopra le 400 ppm anche in autunno finendo per rimanere oltre tale limite per tutto l’anno.
Spiegano gli esperti che l’atmosfera terrestre attraversa un ciclo di livelli di anidride carbonica che si innalzano in base all’influenza delle stagioni: aumentano in primavera e in inverno, raggiungendo il picco a maggio con la fioritura delle piante, e di qui in poi, grazie alla fotosintesi, le stesse piante contribuiscono a eliminare CO2, facendo diminuire i livelli.
E’ un po’ come le onde su una marea montante: finché continuiamo a bruciare combustibili fossili ai ritmi attuali, le concentrazioni continueranno ad aumentare in questo modo
ha affermato lo scienziato Ralph Keeling.