Categories: AcquaECOLOGIA

Impegno interreligioso per salvare il fiume Giordano

C’era una volta il fiume Giordano, ben conosciuto da centinaia di persone che non lo hanno mai visto, grazie ai riferimenti vetero/neotestamentari e coranici.

Oggi sarebbe difficile ripetere l’evento del battesimo di Gesù di Nazareth (1), dato che la portata del fiume è ridotta ormai ad un rigagnolo costituito da acque inquinate (vedi l’immagine in fondo che mostra la riduzione delle portate in milioni di m3 all’anno).

La maggior parte delle acque del Giordano è dirottata appena a valle del lago di Tiberiade per usi agricoli e civili: la parte del leone tocca naturalmente a Israele i cui coloni in Cisgiordana ricevono oltre il quadruplo dell’acqua dei palestinesi.

Tuttavia anche la Siria sta facendo la sua parte prelevando le acque dell’affluente Yarmouk, mentre la Giordania capta diversi Uidian della sponda sinistra.

Il mancato apporto di acque sta facendo lentamente sparire il Mar Morto, il cui livello si abbassa di un metro all’anno.

Da anni il problema è noto e denunciato: il video in alto è di sei anni fa. Oggi, forse  per la prima volta, sta però partendo un’ iniziativa interreligiosa per salvare il fiume. E viene proprio da uno dei paesi meno religiosi d’Europa, la Gran Bretagna.

A Wembley, il rabbino Dabba Smith e l’imam Hussein hanno avviato un dialogo interreligioso che dal tema della coabitazione nel nord di Londra si è allargato a quello della pace in Medio Oriente. I due promotori ritengono che la preoccupazione per le sorti ecologiche del fiume potrebbe facilitare il processo di pace.

Con la collaborazione dell’associazione Friends of the Earth Middle East, è stato proposto un piano a Israele, Siria e Giordania, perché vengano reimmessi  nel fiume ogni anno 400 milioni di m3 di acque reflue depurate, pari a un terzo della portata originaria. Israele, che utilizza la maggior parte dell’acqua, dovrebbe contribuire per metà, mentre il rimanente dovrebbe essere immesso dai due stati arabi.

(1) Mc 1,9-11 lo racconta in modo molto asciutto

EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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