Obesità: nel docufilm Fed Up la verità sullo zucchero e gli OGM che ci avvelenano la salute

Prima fu An Inconvenient Truth, poi Fast Food Nation e Blackfish ovvero docufilm che portano al grande pubblico questioni molto serie. Oggi è la volta di Fed Up che guarda al problema globale dell’aumento dell’obesità e delle malattie correlate ma anche di come le risorse dell’agroalimentare siano sfruttate inesorabilmente per creare un flusso enorme di denaro da Big Food. Secondo quanto espresso in Fed Up questa generazione che si nutre prevalentemente di prodotti alimentari industriali sarà quella che avrà vita più breve a causa dell’insorgere di malattie metaboliche quali il diabete di tipo 2. Per la prima volta nella storia dell’umanità ci cibiamo con alimenti pieni di zucchero e che per il 70% contengono ingredienti provenineti da materie prime geneticamente modificate.

La pellicola è prodotta da Laurie David che si è occupata di An Inconvenient Truth per la regia di Stephanie Soechtig e narrata dalla giornalista televisiva Katie Couric. L’obiettivo impietoso delle telecamere scava tra gli equivoci sponsorizzati dall’industria della disinformazione su dieta ed esercizio fisico, sulle calorie buone e cattive, sulla genetica e lo stile di vita.

Quando si parla di obesità sappiamo che il grasso non ci è amico ma neanche lo zucchero lo è, spiega il consulente scientifico del film di Robert Lustig, neuroendocrinologo, autore e presidente dell’Institute for Responsible Nutrition.

L’obesità è dunque il sintomo di un problema ben più vasto se la metà della popolazione degli Stati Uniti e del Regno Unito stanno sperimentando gli effetti normalmente associati all’eccesso di peso e se lo è più di metà della popolazione non può essere tutto riconducibile a un problema di comportamento. Deve essere un problema di esposizione, ossia allo zucchero.

In effetti il meccanismo lo aveva spiegato qualche post fa Marco Pagani e è assolutamente vero e potete fare la prova: se acquistate un qualunque prodotto a basso contenuto di grassi potete scoprire in etichetta la presenza di tanto zucchero e chi ha il diabete lo sa benissimo. Nel docufilm dunque si presenta proprio questa sconveniente realtà: dalle catene dei fast-food ai produttori di alimenti trasformati tutti aggiungono zucchero a prodotti che in etichetta si presentano come ” basso contenuto di grassi ” e ciò per renderli più appetibili.

Big Food attraverso Grocery Manufacturers Association GMA però non è stata a guardare e ha immediatamente messo in piedi un sito Fed Up Facts in cui espone il proprio punto di vista, ossia che correttamente non influisce sulle scelti di stile di vita delle persone che si cibano come vogliono e di quel che vogliono. All’inizio di questa settimana il Vermont è diventato il primo stato degli Stati Uniti a imporre l’etichettatura dei cibi geneticamente modificati ma vi sono oggettive difficoltà per tutti gli altri Paesi che l richiedono (considerate che in Europa siamo senza etichettatura per presenza di OGM al di sotto dello 0,9%) poiché la GMA è una potente lobby che vanta tra i suoi clienti Monsanto Co., Dow AgroSciences, Dow Chemical Co. e altre società di sementi biotech. Ma GMA da suo sito sostiene:

I consumatori che preferiscono evitare di ingredienti OGM hanno la possibilità di scegliere tra una vasta gamma di prodotti già sul mercato etichettati. Il governo non ha quindi alcun interesse impellente nel voler mettere in guardia i consumatori sugli alimenti contenenti ingredienti geneticamente modificati.

Il che dà per scontato che i consumatori non hanno bisogno di sapere cosa ci sia nel cibo che mangiano e che devono dare per scontato che dove non ci sono indicazioni diverse acquistano cibo OGM. Il che genera solo una gran confusione e non fa altro che aumentare il business di Big Food.

Il diabete di tipo 2 a esordio precoce, condizione associata con l’esposizione allo zucchero e allo sciroppo di mais, era praticamente sconosciuto fino a pochi anni fa. Se si continua a questo ritmo uno su tre americani avrà il diabete entro il 2050. E il diabete costa in termini sociali. Da un lato dunque abbiamo la lotta all’obesità sostenuta dalla First Lady Michelle Obama e dall’altro il fallimento nel limitare la presenza dello zucchero negli alimenti. Infatti spiegano nel docufilm che non è nell’interesse delle aziende alimentari, di bevande o farmaci ridurre il contenuto di zuccheri Spiega Lustig:

E ‘troppo redditizio. L’ industria farmaceutica propone il trattamento del diabete, non la prevenzione. L’industria alimentare sovvenziona una malattia e l’industria farmaceutica la tratta.

Per Lustig occorrono leggi che regolamentino la presnza di zuccheri e alcool che metabolizzato diventa zucchero perché le linee guida sull’educazione alimentare non sono sufficienti:

Se l’industria alimentare continua a occultare questa situazione non riusciremo mai a risolvere questo problema ed entro il 2026 non avremo più sanità. C’è solo un gruppo che può costringerli e questo è il governo; c’è solo un gruppo che può costringere il governo e questo è rappresentato dai consumatori.

Via | The Guardian, Jade Walker

Marina Perotta

Sono giornalista professionista dal 1996 e ho iniziato a scrivere per Nuova Stagione. A 20 anni inizio la collaborazione con Il Mattino di Napoli (come si diceva una volta da abusiva) per circa 4 anni. Divento giornalista praticante a Cronache del Mezzogiorno nel 1994 sotto la direzione di Gigi Casciello e in seguito, nel 1998 lavoro come caposervzio a Napoli Sera progetto di un quotidiano del pomeriggio di Roberto Tumbarello. Continuo a lavorare per Il Mattino fino al 2001 dove mi hanno spesso chiamata come redattore di prima nomina per le coperture estive. Nel frattempo coltivo collaborazioni con varie testate tra cui Cosmopolitan con la direzione di Patrizia Pontremoli. Dal 1997 al 2001 collaboro con l'Università l'Orientale di Napoli presso cui mi sono laureata in lingua e letteratura Hindi e Cinese, come responsabile per le lingue orientali per il laboratorio linguistico, per l'insegnamento delle lingue orientali a distanza grazie all'ausilio del web.Nel 2003 approdo al CNR ITD di Palermo per seguire un corso finanziato dalla Ue sulla formazione a distanza destinata alle PMI. (la mia pubblicazione in collaborazione con il prof. Paolo Maresca) Mi occupo anche della progettazione di CD multimediali sempre destinati alla formazione sulle nuove tecnologie per l'Asmez. E' il 2004. Nel 2007 inizio la collaborazione con Blogo.it scrivendo per Ecoblog.it dove scrivo di agricoltura, energia, ambiente, rinnovabili, nucleare e di nuovi stili di vita sostenibili. Dal 2008 al 2012 lavoro in RCS come coordinatore della moderazione delle pagine di Gazzetta.it coprendo con due team sia le pagine del quotidiano on line sia la community e il forum.Coordino in telelavoro circa 80 moderatori e due distinte community. Coordino per Splinder sempre in telelavoro la comunicazione con gli utenti. Da febbraio 2012 lavoro per Blogo.it come community manager coordinando i blog dell'area lifestyle e Donna.

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Marina Perotta

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