Il New Deal energetico dell’amministrazione Obama non è quello della green economy promesso dal presidente durante la sua prima campagna elettorale, ma è quello dell’autonomia costruita sullo shale gas, un’autonomia di medio termine che si esaurirà – con danni irreparabili per l’ambiente – in qualche decennio e ancora più velocemente se gli Stati Uniti decideranno di esportare gas liquefatto verso l’Europa.
I dati dell’EIA (Energy Information Administration) ci dicono che la domanda di carburanti è diminuita negli ultimi anni: a causa della crisi gli americani hanno iniziato a guidare meno e ad acquistare automobili a basso consumo. Rispetto al 2005 c’è stato un calo del consumo giornaliero del 9%. Dal dopoguerra fino all’inizio del terzo millennio, gli americani hanno consumato sempre più petrolio, un trend la cui “corsa” ha subito un rallentamento soltanto durante la crisi petrolifera degli anni 70.
Nel 2040 si dovrebbe tornare ai livelli di consumo di benzina del 1965. Le previsioni a lungo termine sono intrinsecamente incerte, ma le proiezioni conducono verso un drastico calo. Gli automobilisti stanno cambiando approccio, acquistano auto di cilindrate più basse e, con la FCA, anche utilitarie come la nostra 500 (che in questi giorni si batte sui teleschermi americani contro Godzilla) non sono più folklore sulle strade americane.
Fino a qualche anno fa le autovetture facevano 22 miglia per gallone, ora 30 miglia per gallone, nel 2040 le prestazioni di consumo delle auto di ultima generazione saranno elevatissime consentendo di percorrere 47 km con un gallone.
Contestualmente al miglioramento delle prestazioni, c’è il calo dei chilometri percorsi per autoveicolo: si è tornati ai livelli di vent’anni fa, nella prima metà degli anni Novanta. Durante la crisi la gente utilizza meno l’auto per risparmiare, ma anche perché ci sono più disoccupati che non la devono utilizzare per andare al lavoro. E non è un caso che il picco dei chilometri percorsi sia stato toccato nel 2007, l’anno in cui è iniziata la crisi economica.
L’invecchiamento della generazione del baby boom (che sta entrando nell’età della pensione) e la crescita del telelavoro e dello shopping online fra i giovani stanno incidendo sulla decrescita degli spostamenti.
Inutile, però, farsi illusioni. Il petrolio resterà comunque centrale nel sistema dei trasporti pubblici e privati, anche perché le energie rinnovabili stanno crescendo troppo lentamente per garantire una riconversione alle fonti pulite. E nonostante la decrescita dei consumi, gli Stati Uniti continueranno a dipendere dall’importazione di petrolio. I segni meno sono un punto di partenza, ma il petrolio continuerà a governare le politiche energetiche e, conseguentemente, la politica tout court.
Via | Fivethirtyeight
Foto © Getty Images
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