I pannelli fotovoltaici durano più a lungo: dopo 25 anni rendono ancora più dell’80%

Quanto dura un pannello fotovoltaico? Poichè la maggior parte di essi è garantita per 25 anni, spesso si pensa che questa sia anche la sua durata.

Il pannello dura in realtà molto più a lungo, perchè dopo 25 anni non smette di produrre energia, visto che il suo rendimento (rispetto al valore iniziale) è un po’ più dell’80%.

Si possono desumere questi dati dall’analisi di quasi 2000 pannelli che sono stati monitorati per periodi da 10 a 40 anni da due ricercatori del National Renewable Energy Laboratory (Jordan, Kurtz, Prog Photovolt: Res. Appl. 2013;21;12-2).

Metà dei pannelli decade per meno dello 0,5% all’anno e i tre quarti per meno dell’1%. Il decadimento medio dell’intera popolazione è pari allo 0,775% (1).

Questo significa che in media dopo cinque anni il rendimento è al 96%, dopo dieci al 92%, dopo venticinque all’82%, dopo cinquanta al 68% e dopo cento al 49%.

Espresso in altra forma, possiamo dire che nell’arco di cinquant’anni il pannello lavora per l’equivalente di 42 anni  con il rendimento iniziale.(2)

Questo dovrebbe farci capire che il fotovoltaico è un investimento a lunghissimo termine. Avendo spazio a sufficienza, è possibile lasciare i pannelli a dimora in modo che dopo un secolo producano ancora energia gratuita per i pro-pronipoti.

Per poter apprezzare questo ragionamento dobbiamo naturalmente sentirci responsabili per quelli che verranno; ma questo è il principio di responsabilità, che è di fatto la base di partenza per ogni etica planetaria nel 21° secolo.

(1) Il decadimento è esponenziale cioè rallenta con il tempo, visto che ogni anno la produzione di energia è in media il 99,225% dell’anno precedente. Per chi è familiare con gli esponenziali, la curva qui sopra ha equazione y=exp(-0,00778t).

(2) Posta pari a 1 l’energia prodotta il primo anno, dopo t anni l’energia cumulativa prodotta è pari a 128,5[1-exp(0,00778t], funzione integrale dell’esponenziale di nota (1)

EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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