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Cinemambiente 2014: Serra Pelada, la leggenda della montagna d’oro

Il moderno Eldorado di Serra Pelada, immortalato dal genio fotografico Sebastião Salgado, ha trovato una nuova narrazione con il documentario Serra Pelada – A lenda da montanha de ouro, presentato in anteprima europea a Cinemambiente 2014.
Il regista Victor Lopes ha impiegato undici anni per ricostruire la parabola di Serra Pelada, la più grande miniera d’oro del mondo che dall’inizio alla fine degli anni Ottanta fruttò 40 tonnellate di oro ai cercatori, alle società e al governo coinvolti nell’estrazione.

Nel 1976 l’oro fu scoperto da un geologo del Departamento Nacional de Producción Mineral del Brasil (DNPM) . Nell’ottobre 1977 il presidente della Compañía Vale do Rio Doce (CVRD) conferma che c’è oro nella Sierra de los Carajás, ma la notizia viene tenuta segreta, almeno fino al gennaio 1979 quando Genesio Ferreira, un contadino del luogo, non trova una pepita.

La notizia si diffonde rapidamente e la sierra viene letteralmente invasa da emigranti provenienti da tutto il Brasile. Quando, nel maggio del 1980, il governo federale invia sul posto il maggiore Sebastião Curió il garimpo è già occupato da 30mila garimpeiros. I garimpeiros o le società occupano alcuni lotti e vendono al governo brasiliano l’oro estratto. Curió stabilisce nell’area regole ferree, una disciplina necessaria per mantenere l’ordine: niente donne e niente alcool.

L’apogeo dell’attività estrattiva avviene nel 1983 con 13,9 tonnellate di oro: soltanto il 10% dei garimpeiros trova l’oro, per il restante 90% il garimpo è solo l’illusione di una vita migliore.

Con il passare degli anni e la trasformazione della montagna in una conca dall’aspetto dantesco, la quantità di oro estratta diminuì progressivamente fino ai 745 kg e ai 250 kg del 1990. L’aumento della concentrazione umana fino a 100mila garimpeiros e la diminuzione dei guadagni creò numerose tensioni che si aggiunsero alle morti per incidenti.

Il vero emblema di Serra Pelada è il vecchio garimpeiro che ancora spera di trovare l’oro nel giardino della casa in cui vive con la sua (tredicesima!) moglie a Curionópolis, la città costruita vicino alla miniera. La sua fede in quella che fu – come dice uno dei tanti abitanti di questa ghost town – una vera e propria “Auschwitz tropicale” è inesauribile. Una fede capace, letteralmente, di spostare una montagna.

Foto | Serra Pelada

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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