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Una campagna per riportare i bambini a giocare all’aperto

Smartphone, iPad, computer e televisioni calamitano l’attenzione delle nuove generazioni. Fra i nativi digitali dilagano obesità, depressione e difficoltà di apprendimento, ma il dato più allarmante è il fatto che, anche a causa della mancanza di attività all’aria aperta, le giovani generazioni hanno un’aspettativa di vita inferiore a quella dei loro genitori.

Project Wild Thing, il documentario presentato ieri a Cinemambiente all’interno della sezione La casa di domani, inizia con queste premesse e si fa campagna per la ricostruzione di una rapporto più stretto fra le nuove generazioni e la natura.

Artefice dell’operazione è il regista David Bond che parte dalla propria esperienza personale, dallo scarto fra la sua vivacità infantile e la sedentarietà “digitalizzata” dei suoi figli, per spingerli a varcare l’uscio di casa.

La parte più interessante del film è la pianificazione della strategia di marketing. Bond riflette sul fatto che i brand che catalizzano l’attenzione delle nuove generazioni rubando spazio al tempo dedicato alla natura, lo fanno, paradossalmente utilizzando frequentemente immagini che richiamano la natura: Apple, Disney, Mattel, Samsung e tanti altri marchi mettono la natura sui loro cartelloni pubblicitari per vendere prodotti digitali.

David inizia allora a chiedersi come si possa vendere il “brand natura”: pone la questione a esperti di marketing e di brand management. E poi crea una campagna nazionale, Project Wild Thing, che ha avuto grande successo conquistando migliaia di genitori britannici. Sul sito del progetto è possibile tutte le attività e i consigli del network. Anche se – secondo i dati Unicef – i bambini italiani passano molto più tempo all’aperto rispetto a quelli britannici, riscoprire i giochi della natura sarebbe importante anche nel nostro Paese, anche perché, come viene ben sottolineato nel film, l’amore per la natura e la sua protezione nascono proprio creando questo forte legame nei primi anni di vita.

Foto | Project Wild Thing

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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