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I 50 brand più sostenibili al mondo: ci dobbiamo credere?

Interbrand premia i Brand globali più ecosostenibili, parola forse un po’ troppo abusata in questi ultimi anni, riconoscendo il lavoro fatto annualmente per rispettare l’ambiente. Compaiono nella lista dei 50 brand premiati colossi del mercato globale quali Ford, Toyota, Johnson & Johnson, Coca-Cola e Microsoft.

Quest’anno il primo premio se lo aggiudica Ford con la seguente motivazione:

Ford incarna tutto ciò che il business del futuro deve essere: efficiente, visionario, flessibile, abile nel problem-solving, cooperativo e focalizzato alla creazione di valore condiviso. Con il primo veicolo alimentato a energia solare, la C-MAX Energi Solar Concept, Ford ha richiesto la collaborazione di tutti i settori nel fare l’impossibile. Con la creazione della bio-plastica in fibra di pomodoro con Heinz Ford ci sta mostrando che tutto è possibile.

Ma chi assegna il premio? Ad aver dato il via al Best Global Green brand è Interbrand società nata nel 1974, quando i marchi indicavano semplicemente un logo e non un universo orientato al marketing. Oggi Interbrand conta 40 uffici, un portafoglio di clienti molto consistente e è il più grande consulente al mondo per i brand. Insomma, il premio sembra più un riconoscimento aziendale verso i clienti che non un vero e proprio premio dato per effettivi impegni nella protezione delle risorse del Pianeta.

Quest’anno hanno fatto il pieno i brand di case automobilistiche (1.Ford, 2.Toyota, 3.Honda, 4. Nissan e poi al quinto posto Panasonic) sbaragliando concorrenti temibili come Ikea che si piazza al 19esimo posto o H&M al 39esimo posto.

Molto interessante è la metodologia adottata per la valutazione di sostenibilità e assegnazione del punteggio:

Nel contesto del Best Global Brands, la sostenibilità può essere generalmente definita come un approccio di business per la creazione di valore a lungo termine, abbracciando le opportunità e per gestire i rischi derivanti dall’impatto economico, ambientale e sociale. In un certo senso anche commerciale poiché la sostenibilità implica anche la creazione e il mantenimento di un prodotto, che rifletta l’identità aziendale con il valore aggiunto in termini di benefici ambientali e sociali. La sostenibilità è un aspetto strategico e redditizio per il business e rafforzamento del marchio a patto che le organizzazioni adottino misure quantificabili per ridurre il loro impatto sociale e ambientale e siano credibili nel trasmettere i benefici che sono rilevanti per i consumatori, clienti e altri soggetti interessati.

E dunque attraverso parametri standard si analizzano sia la prestazione reale di un prodotto se orientata alla sostenibilità, sia la percezione che si ha di quel prodotto. Le prestazioni prendono in considerazione ad esempio le soluzioni adottate per il risparmio energetico, dell’acqua, dei rifiuti, il trasporto oppure per le emissioni di CO2.

Il dato curioso è che come risultato abbiamo nei primi 4 posti per performance altamente sostenibili e per percezione della sostenibilità altrettanti brand automobilistici: ma le auto vanno a idroicarburi e un pozzo di petrolio e l’attività estrattiva non sono certamente l’attività più sostenibile che si possa fare su questo Pianeta. E allora forse a questa analisi è mancata la valutazione complessiva del LCA, Life Cycle Assessment, ossia dell’intero ciclo di vita di un prodotto. Perché la prossima volta non coinvolgere ONG internazionali come Greenpeace o Oxfam perima di assegnare un premio che può sembrare a prima vista greenwashing?

Marina Perotta

Sono giornalista professionista dal 1996 e ho iniziato a scrivere per Nuova Stagione. A 20 anni inizio la collaborazione con Il Mattino di Napoli (come si diceva una volta da abusiva) per circa 4 anni. Divento giornalista praticante a Cronache del Mezzogiorno nel 1994 sotto la direzione di Gigi Casciello e in seguito, nel 1998 lavoro come caposervzio a Napoli Sera progetto di un quotidiano del pomeriggio di Roberto Tumbarello. Continuo a lavorare per Il Mattino fino al 2001 dove mi hanno spesso chiamata come redattore di prima nomina per le coperture estive. Nel frattempo coltivo collaborazioni con varie testate tra cui Cosmopolitan con la direzione di Patrizia Pontremoli. Dal 1997 al 2001 collaboro con l'Università l'Orientale di Napoli presso cui mi sono laureata in lingua e letteratura Hindi e Cinese, come responsabile per le lingue orientali per il laboratorio linguistico, per l'insegnamento delle lingue orientali a distanza grazie all'ausilio del web.Nel 2003 approdo al CNR ITD di Palermo per seguire un corso finanziato dalla Ue sulla formazione a distanza destinata alle PMI. (la mia pubblicazione in collaborazione con il prof. Paolo Maresca) Mi occupo anche della progettazione di CD multimediali sempre destinati alla formazione sulle nuove tecnologie per l'Asmez. E' il 2004. Nel 2007 inizio la collaborazione con Blogo.it scrivendo per Ecoblog.it dove scrivo di agricoltura, energia, ambiente, rinnovabili, nucleare e di nuovi stili di vita sostenibili. Dal 2008 al 2012 lavoro in RCS come coordinatore della moderazione delle pagine di Gazzetta.it coprendo con due team sia le pagine del quotidiano on line sia la community e il forum.Coordino in telelavoro circa 80 moderatori e due distinte community. Coordino per Splinder sempre in telelavoro la comunicazione con gli utenti. Da febbraio 2012 lavoro per Blogo.it come community manager coordinando i blog dell'area lifestyle e Donna.

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Marina Perotta

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