A picture taken on June 28, 2014 shows a member of Doctors Without Borders (MSF) putting on protective gear at the isolation ward of the Donka Hospital in Conakry, where people infected with the Ebola virus are being treated. The World Health Organization has warned that Ebola could spread beyond hard-hit Guinea, Liberia and Sierra Leone to neighbouring nations, but insisted that travel bans were not the answer. To date, there have been 635 cases of haemorrhagic fever in Guinea, Liberia and Sierra Leone, most confirmed as Ebola. A total of 399 people have died, 280 of them in Guinea. AFP PHOTO / CELLOU BINANI (Photo credit should read CELLOU BINANI/AFP/Getty Images)
L’epidemia di Ebola nell’Africa Occidentale non accenna a regredire. Anzi una recrudescenza dell’infezione è stata registrata in Sierra Leone dopo che centinaia di casi si sono avuti nei mesi scorsi in Guinea. A definire lo stato delle cose Medici senza Frontiere che con i suoi volontari sta assistendo oramai le centinaia di malati. Infatti in un comunicato MSF fa sapere che nelle ultime due settimane ha trattato oltre 70 pazienti con sintomi simili a quelli dell’ebola nel centro per il trattamento di Kailahun, in Sierra Leone orientale. Ma teme che i casi siano destinati a aumentare nelle prossime settimane sebbene i volontari siano impegnati a rintracciare tutte le persone che hanno avuto scambi con i pazienti malati.
L’epidemia di ebola dunque sta dilagando in Africa Occidentale e si può dire che sia la prima volta che si registra una tale diffusione geografica con elevato numero di casi e vittime. Riferisce MSF:
L’OMS ha stimato 964 casi di ebola e 603 decessi in Guinea, Sierra Leone e Liberia dall’inizio dell’epidemia (dati aggiornati al 15 luglio).
Spiega la coordinatrice per MSF Anja Wolz:
Per accogliere il crescente numero di pazienti, MSF ha ampliato la capacità del proprio centro per il trattamento dell’ebola da 32 a 65 posti letto. Siamo sotto pressione: più tempo si impiega per trovare e seguire le persone che sono venute in contatto con i malati, più sarà difficile controllare l’epidemia. Non abbiamo ancora idea di quanti siano i villaggi colpiti. Temo che abbiamo visto solo la punta dell’iceberg.
Ebola è un virus e al momento non esistono né medicine né vaccini che possano contrastarlo.A dispetto della virulenza di questa malattia le cure sono molto semplici e consistono nel tenere il paziente idratato, pulito (per cui va lavato più volte al giorno) e nell’evitare che contagi altri persone. Infatti la prevenzione e la sorveglianza epidemiologica in questa fase sono due aspetti fondamentali per evitare che il contagio si possa estendere ancora di più. Ma le risorse di Medici senza Frontiere sono limitate e ovviamente con sforzi concentrati vero la cura delle persone ammalate.
LEGGI: EBOLA, I SINTOMI E COME SI TRASMETTE L’INFEZIONE
Sia il ministero della Salute della Sierra Leone e sia l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno iniziato a rafforzare le squadre seguono la ricostruzione dei contatti intercorsi tra i pazienti e le comunità ma anche gli stessi pazienti devono ancora essere del tutto identificati, ad esempio nel villaggio vicino Ngolahun (Provincia Orientale, Sierra Leone) ne sono stati segnalati quasi 40.
Purtroppo Ebola è una malattia complessa da affrontare e spiega Wolz che le comunità locali non sono di sostegno poiché
Le famiglie possono essere cacciate dai loro villaggi e le persone malate vengono allontanate e muoiono in solitudine.
Il che rende difficile poi la segnalazione dei contatti avuti e infatti MSF incoraggia a segnalare i casi e a evitare sia il contatto con i vivi sia con i cadaveri di chi poi è morto di Ebola.
Il summit tra 11 ministri della Salute che si è avuto lo scorso 2 e 3 luglio, l’OMS e le organizzazioni internazionali a Accra ha fatto il punto della situazione organizzando le risposte a quella che si prospetta essere un’emergenza sanitaria. Ma il contagio corre più veloce degli accordi e presto si potrebbe giungere all’emergenza sanitaria.
Via | Medici senza Frontiere
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