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Cina, emergenza inquinamento: il 90% delle città oltre i limiti

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Il 90% delle città cinesi sfora i limiti di inquinamento atmosferico consentiti dalla legge. A scriverlo sono gli organi di informazione di Pechino che citano uno studio realizzato su 161 città della Repubblica Popolare dal Ministero della Protezione dell’Ambiente.

Lo stesso report ha, inoltre, dimostrato che solo nove città (fra le quali Shenzhen, Zhuhai, Haikou, Sanya e Lhasa) restano al di sotto dei limiti consentiti dai nuovi standard di qualità dell’aria, mentre ben 152 non li rispettano.

La top ten delle città più inquinate (Xingtai, Shijiazhuang, Baoding, Tangshan, Handan, Hengshui, Jinan, Langfang, Xìan e Tianjin) ci dice che ben 9 di queste dieci città si trovano nei pressi della capitale.

Secondo i nuovi valori stabiliti dal Ministero della protezione dell’Ambiente, il tasso a metro cubo di PM2,5 deve essere sotto le 100 particelle per metro cubo, ma sia a Shanghai che a Pechino, negli ultimi anni, è stata addirittura raggiunta la soglia di 900, mentre l’Oms fissa in 25 microgrammi per metro cubo il limite per la concentrazione di PM 2,5.

L’unica notizia positiva arriva dalle 74 città cinesi nelle quali l’aria è migliorata nella prima metà del 2014, rispettando, per più di 60 giorni, gli standard attesi dalle autorità. Con la circolazione a targhe alterne, la chiusura temporanea delle autostrade e un investimento di 30 miliardi di euro, la Cina ha avviato un piano per ridurre lo smog del 25%. La svolta della politica riguardo all’ambiente è colossale, recentemente Pechino ha riconosciuto la presenza di almeno 400 “villaggi del cancro”. Non è più tempo di Far East e la Cina sta prendendo coscienza di tutti i rischi connessi a uno sviluppo incontrollato.

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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