
TO GO WITH AFP STORY, USA-SEA-ANIMALS-TOURISM (FILES) A Great White shark jumps out of the water as it bites a fake decoy seal near False Bay, in this July 4, 2010 file photo. At least two Great White sharks have been spotted near a beach in Cape Cod, Massachusetts, in July 2012 causing anxiety and excitement among tourist and locals. The sharks, one measuring nearly five meters, were spotted on July 3, reports the website Capecodsharkhunters.com. Media reports conclude that the increase in the seal population in the area has attracted the sharsks AFP PHOTO/Carl de Souza/FILES (Photo credit should read CARL DE SOUZA/AFP/GettyImages)
Creme idratanti, oli per bambini o detergenti per il viso hanno in comune un ingrediente usato per idratare e rendere la pelle più morbida: lo squalano da cui si ottiene lo squalene. L’industria cosmetica ricava lo squalene, nella maggior parte dei casi dal fegato degli squali, perché è più economico. Lo si può ricavare anche dall’olio di oliva, ma il procedimento è più costoso. Ebbene l’Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati (Ismn) del Cnr di Palermo ha scoperto un nuovo processo per la sua produzione derivato dalla canna da zucchero. La ricerca è stata pubblicata su ChemCatChem e condotta dagli scienziati italiani coordinati da Mario Pagliaro e con la collaborazione dei ricercatori dell’Università di Laval del Québec, sotto la direzione di Serge Kaliaguine, uno dei maggiori chimici canadesi.
Dicevamo dello squalene, un idrocarburo usato anche nei vaccini, ricavato dallo squalano e presente nel fegato degli squali cacciati proprio per ragioni industriali e che rischiano seriamente l’estinzione. Lo squalene si può anche ricavare dall’olio di oliva, ma questo procedimento è nettamente più costoso. Oggi però dagli scienziati italiani e canadesi arriva la novità dell’estrazione di squalene dalla canna da zucchero, procedimento già in atto nell’industria in Brasile.
Spiega il CNR il procedimento con cui avviene l’estrazione di squalene dalla canna da zucchero:
Con l’utilizzo del catalizzatore denominato SiliaCat, sviluppato dai chimici italiani e canadesi, l’emolliente può essere prodotto in alte rese in impianti piccoli e sicuri in cui la pressione dell’idrogeno impiegato non supera quella atmosferica. Inoltre, lo squalano prodotto è così puro da poter essere utilizzato direttamente, senza ulteriori purificazioni.
Spiegano Pagliaro e Kaliaguine:
La chimica verde e la nanochimica applicate alle sostanze rinnovabili come lo squalene offrono vari vantaggi. Rinnovando i processi produttivi non si previene solo l’inquinamento o i danni all’ecosistema, conseguenze della generazione dello squalano di origine animale, ma si riducono i costi rendendo così disponibili i prodotti che sono difficilmente accessibili a causa del prezzo elevato.
Nel 2008 l’Europa ha interdetto la pesca in profondità degli squali proprio per tutelare questi animali, ma la pesca di frodo è sempre attiva e molte aziende cosmetiche continiano a usare questo prodotto.
Via | Comunicato stampa