Amazzonia: ucciso Edwin Chota, il più popolare attivista peruviano

Edwin Chota, 54 anni, il più popolare attivista peruviano, impegnato da anni nella lotta contro il disboscamento della Foresta Amazzonica e contro il traffico di droga, è stato ucciso a colpi di fucile lo scorso 1° settembre, insieme a altri tre uomini.

L’indigeno era un avvocato e combatteva legalmente contro la corruzione che favorisce i taglialegna fornendo i permessi che permettono loro di abbattere gli alberi e sostituirli con i terreni agricoli.

Appartenente alla comunità degli Ashaninka che vive nella zona dell’Alto Tamaya, Chota aveva intrapreso un viaggio insieme ad altri tre attivisti per unirsi a altri gruppi e comunità che lottano contro il disboscamento dell’area. Dopo avere incontrato gli altri attivisti, sulla strada del ritorno Chota, Jorge Rìos Perez, Leoncio Quinticima Mendez e Francisco Pinedo si sono imbattuti in un gruppo di taglialegna o trafficanti di droga che li hanno uccisi a colpi di fucile.

Le moglie dei quattro uomini uccisi hanno iniziato un viaggio all’interno della foresta per raggiungere Pucallapa e chiedere giustizia. Patricia Balbuena, viceministro per gli Affari Culturali ha assicurato che verrà aperta un’indagine per individuare i responsabili del duplice omicidio. Il leader aveva ricevuto numerose minacce per il suo impegno ecologista, ma le sue istanze non hanno mai ottenuto appoggio dalle istituzioni, anche a causa dei legami fra politici corrotti e trafficanti di legname e droga. A partire dal 2012, il taglio illegale della legna ha avuto un nuovo e potente impulso e per le sue lotte Chota era spesso stato paragonato a Chico Mendes, l’attivista che si batteva per la difesa delle foreste e che nel 1988, all’età di 44 anni, fu assassinato da un gruppo armato al soldo dei trafficanti di legname. Una storia che, purtroppo, si è ripetuta e si ripete troppo spesso.

Via | La Republica

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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