Il cucciolo di delfino Goccia è stato ucciso da bracconieri che hanno prelevato la sua carne per venderla al mercato nero sotto forma di musciame. La carcassa del delfino è stata trovata da un bagnante a Cala Moresca. Il cucciolo che aveva un’età di 3 mesi viveva nella Riserva naturalistica di Golfo Aranci, nell’Area Marina Protetta tra Tavolara e Coda Cavallo. Una delle volontarie, Patrizia Sale, che segue i tursiopi nel Golfo degli Aranci ora si dice preoccupata per le sorti degli altri componenti del branco.
Per Emanuele Deiana, consigliere nazionale dell’ENPA ci troviamo davanti a un fatto gravissimo e inaccettabile:
Un gesto di una violenza così efferata da far gelare il sangue. Mi chiedo chi possa essere stato così disumano da compiere un simile scempio sul corpo del cucciolo di cetaceo e poi gettarlo via, abbandonandolo su una spiaggia, come se si trattasse di un rifiuto e non di un essere senziente a cui è stata tolta la vita.
GOCCIA IL PICCOLO DELFINO DI TRE MESI BARBARAMENTE TRUCIDATO PER LE CARNI
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— 4MORINEWS (@4MORINEWS) 7 Ottobre 2014
La Protezione animali è dunque decisa a intervenire e presenterà una denuncia contro ignoti poiché è evidente che il cucciolo di delfino è stato catturato con il fine di prelevare la sua carne, come spiega ENPA:
le operazioni di sezionamento praticate sul tursiope, al quale sono state asportate le parti commestibili, debbono fare ricondurre il tragico fatto al mercato nero del musciame.
Ricordiamo che il delfino è una specie protetta e dunque non può essere pescato così come stabilito dalla convenzione di Washington, dalla Direttiva 92/43/CEE e dal regolamento CE 338/97 che riprende gli accordi Cites (Convenzione Internazionale sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione) che include pure il divieto di acquisto, offerta di acquisto, e acquisizione in qualunque forma e per fini commerciali dei cetacei. Ma nel mondo accade che al contrario questi mammiferi siano catturati e massacrati in barba alle leggi come accade in Giappone nella baia di Taiji.
Precisa Ilaria Ferri direttore scientifico dell’Enpa a proposito del consumo di carne di delfino essiccata che vi può essere un pericolo per la salute umana:
Anche perché gli esemplari presentano un alto rischio di contaminazione da sostanze xenobiotiche e parassiti, altamente pericolosi per la salute umana. La questione, dunque, chiama in causa aspetti di natura non soltanto penale, ma anche sanitaria.
Per questo, l’Enpa rinnova l’appello alle autorità competenti affinché vengano intensificati i controlli tesi a prevenire e reprimere il commercio illegale di carne di delfino, che alimenta un mercato nero molto profittevole per i trafficanti. «Appelli che – conclude Deiana – l’Enpa ha più volte lanciato nei mesi passati ma che ad oggi sembrano essere rimasti inascoltati.» (7 ottobre)
Via | ENPA, GEApress
Foto | magazine Excite
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