This picture taken on April 28, 2014 shows the Sendai nuclear power plant in Kagoshima prefecture. Japan's nuclear regulator said on July 16 that two atomic reactors were safe enough to switch back on, marking a major step towards restarting atomic plants that were shuttered after the Fukushima crisis. Nuclear Regulatory Authority (NRA) officials issued a more than 400 page report on the Sendai plant in southern Japan, technically giving its operator the green light to switch on its reactors -- the first since Japan ushered in tougher safety guidelines last year. JAPAN OUT AFP PHOTO / JIJI PRESS (Photo credit should read JIJI PRESS/AFP/Getty Images)
I due reattori nucleari di Sendai saranno presto riaccesi, dopo che i sindaci degli otto comuni situati entro 30 chilometri dalla centrale nucleare non hanno sollevato obiezioni alla decisione del governatore Yuichiro Ito. Ma come ricorda un editoriale dell’Asahi Shimbun:
I governi locali delle aree che ospitano centrali nucleari non hanno alcun potere legale nell’ approvare o respingere le decisioni sull’opportunità di portare i reattori in servizio. Tuttavia, il consenso delle comunità locali è considerato come una procedura essenziale per il riavvio del reattore.
L’impianto di Sendai sarà dunque il primo a riprendere servizio sotto i nuovi standard di sicurezza, ritenuti più rigorosi e stabiliti dopo il disastro che ha colpito la centrale nucleare di Fukushima nel marzo 2011. Attualmente in Giappone ci sono 18 reattori in 12 centrali nucleari sottoposti a valutazioni di sicurezza da parte della Nuclear Regulation Authority nel quadro delle nuove norme.
L’amministrazione del Primo Ministro Shinzo Abe si è impegnata a riavviare tutti i reattori che hanno superato le recensioni di sicurezza, tanto che si intende usare il caso dell’impianto di Sendai come modello per il riavvio di altre centrali nucleari.
Ma il processo che porta alla riattivazione dei reattori di Sendai ha sollevato seri dubbi circa l’approccio del governo alla questione, poiché sembra si stia muovendo senza sforzarsi troppo nel garantire alle comunità locali adeguata preparazione nel caso di incidenti gravi. Infatti, sembra mancare del tutto un piano di emergenza per le evacuazioni. L’idea è che se sono ancora necessari i reattori nucleari per la produzione di energia elettrica è allora altrrsì necessario che le autorità adottino, in virtù dell’esperienza maturata con il disastro di Fukushima, misure che riducano al minimo i rischi per i residenti.
Riferische l’Asahi Shimbun:
In un sondaggio condotto sui partecipanti immediatamente dopo gli incontri, il 47 per cento degli intervistati ha detto che i colloqui non sono stati utili. Inoltre, il 60 per cento degli intervistati ha detto che vi era almeno una questione non compresa, nonostante le spiegazioni fornite nel corso delle riunioni. Ma alla fine il governatore della prefettura, i sindaci dei comuni e delle assemblee locali hanno sostenuto che in ultima analisi è il governo centrale a essere responsabile delle misure di sicurezza e piani di evacuazione.
Resta dunque una opposizione dei residenti circa le condizioni di sicurezza in cui andrebbe a operare nuovamente la centrale nucleare, in questo caso di Sendai e in molti, troppi, sono convinti che il nucleare non sia la scelta giusta.
Via | Asahi Shimbun
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