People work near damaged cars after floods in Voltri, Genoa, on November 16, 2014. Genoa is particularly vulnerable to flooding because the foothills of the Alps climb steeply from immediately around the city. The city experienced 139 millimetres (five and a half inches) of rain in a matter of hours on Saturday. The Liguria region has had as much rain in the first 15 days of November as it normally gets in an entire year.AFP PHOTO / MARCO BERTORELLO (Photo credit should read MARCO BERTORELLO/AFP/Getty Images)
Alluvioni, nubifragi e tempeste non sono eventi sconosciuti o rari nel nostro Paese. L’Italia ha una lunga storia di tragedie, in questo senso, e molti eventi naturali abbinati al dissesto del territorio hanno colpito vaste aree della nostra Penisola. Dal nord al sud del nostro Paese si sono susseguite fran e esondazioni causate da veri e propri nubifragi che in taluni casi hanno modificato completamente il paesaggio, ridefinendolo e rimodellandolo e a farne le spese le tante vite umane perse. Oggi, ci dicono i geologi, abbiamo un gran bisogno di mettere in sicurezza il nostro già fragile territorio, per evitare che eventi naturali come tempeste e alluvioni possano presentare nuove perdite umane e economiche.
Dal 14 al 19 ottobre del 1951 nell’Aspromonte e Calabria jonica tra Nardodipace, Africo, Canolo, Careri, Plati si ebbe una delle alluvioni più violente del meridione. Il nubifragio fu causato dalla combinazione di venti di Scirocco e Levante. La Calabria era una terra devastata dal recente conflitto e poverissima. I danni furono ingenti.
Un mese dopo l’alluvione dell’Aspromone, era il 14 novembre 1951, un violento nubifragio causò lo straripamento del fiume Po. Il fiume ha superato di 80 centimetri la massima di piena. L’acqua invade i borghi e i campi distruggendo i raccolti e saranno allagati i comuni di Bergantino, Melara, Castelmassa, Gaiba, Ceneselli, Calto, Salara, Ficarolo, Stienta, Fiesso Umbertino, Pincava, Frassinelle, Castelguglielmo, Bagnolo, Trecenta, Canaro. Ma a farne le spese più di tutti è la città di Rovigo e la sua provincia. Ci furono un centinaio di vittime e ben 180 mila sfollati.
Era 4 settembre 1948 quando tra le province di Asti, Albese, Chivass e Piemonte Orientale si scatenò un violento nubifragio che causò in totale la morte di 49 persone quando le piogge ripresero dal 12 al 14 settembre. Esondarono i torrenti Borbore, Triversa e il fiume Tanaro.
Era il 21 ottobre del 1953 quando un nubifragio gonfiò d’acqua la fiumana Valanidi. La quantità di pioggia riversata a sud di Catanzaro, poi fu enorme. Si ebbero 51 morti, 100 dispersi e 5000 senza tetto. A aggravare la situazione il pesante dissesto idrogeologica che da Catanzaro
E’ stata l’alluvione che ha colpito più duramente la Costiera amalfitana. Il 25 e 26 ottobre del 1954 un violento nubifragio colpì Vietri sul Mare, Cava de’ Tirreni, Salerno, Maiori, Minori, Tramonti, causando 318 morti e 250 feriti mentre furono 5.500 i senzatetto. La pioggia iniziò a cadere incessantemente dalle 17 del 25 ottobre e nel giro di 24 h caddero oltre 500 mm di pioggia. I torrenti della zona si gonfiarno fino a esondare e portarono via tutto. Il villaggio di Molina fu raso al suolo. Il nubifragio fu così potente che mutò per sempre l’aspetto della Costiera amalfitana.
Piove incessantemente dal 13 al 16 ottobre in Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia. Si avranno 23 morti, 11 dispersi e 40 mila sfollati. Le precipitazioni mettono in ginocchio la Val di Susa, Canavese, Ossola e la Val d’Aosta, coinvolgendo dunque tutto il bacino del Po. La piena arriverà fino alla Lombardia, Emilia Romagna e Veneto
L’ alluvione a Acireale, Giarre, Riposto e Mascali del 13 marzo 1995 portò alla morte 11 persone mentre furono 7 i dispersi. I violenti nubifragi che colpirono la Sicilia orientale causarono le piene dei torrenti, bufere di vento e mareggiate tanto che la nave greca “Pelhunter” affondò a 140 miglia dalla costa catanese e qui morirono 5 persone dell’equipaggio, ci furono 3 superstiti e 7 dispersi. Il nubifragio causò la morte di 6 persone tra i comuni di Giarre, Acireale e Riposto. per l’affondamento della nave greca “Pelhunter”.[31].
Il dissesto idrogeologico a Sarno ha causato una delle peggiori tragedie mai accadute in questa zona. Era il 5 maggio 1998 quando a causa delle piogge persistenti si verificarono decine di frane dai versanti del monte Pizzo d’Alvano (Sarno e Quindici) e dal monte “Le Porche” di Siano. Si ebbero 159 morti.
Era il 1987 quando l’esondazione del fiume Adda e numerose frane, dovute alle persistenti piogge, causarono la morte di 53 persone.
Il 9 settembre del 2000 la pioggia è copiosa: caduto nella zona di soverano 441 millimetri di pioggia che causano lo straripamento della fiumara Beltrame. Acqua e fango spazzano via il campeggio Le Giare e causano 13 morti e 1 disperso.
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