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Eternit, Titti Palazzetti (Sindaco di Casale Monferrato): “Ci servono ancora 56 milioni”

“La sentenza ha provocato sdegno anche nelle istituzioni, per cui penso che le promesse fatteci a Roma saranno rispettate”.

Il sindaco di Casale Monferrato, Titti Palazzetti, è ottimista dopo l’incontro avuto con il premier Matteo Renzi e gli altri vertici dello Stato in relazione alla questione amianto. Il presidente del Consiglio ha fatto sapere che lo Stato si costituirà parte civile:

“Sono sicura che non sarà il solito faldone dimenticato su qualche scrivania. Effettivamente, il giorno dopo esserci visti nella capitale, mi hanno chiamato per sapere esattamente quanti soldi ci servivano per completare la bonifica, hanno voluto i dettagli. Segno che se ne stanno interessando da subito”.

Il primo cittadino del capoluogo monferrino, a Blogo, racconta:

“Qui a Casale, con le bonifiche siamo a buon punto. L’amianto è già stato tolto da tutti i tetti degli edifici pubblici, ma ci servono ancora 56 milioni per completare l’opera e bonificare la nostra città e i siti degli altri 48 Comuni che sono di nostra competenza”.

Già a settembre, in realtà, il ministero dell’Ambiente aveva sbloccato alcuni fondi e Casale era stata esonerata dal Patto di Stabilità. Da questo punto di vista, dunque, Palazzetti non teme che, passato l’effetto mediatico della sentenza che ha assolto Stephan Schmidheiny, i riflettori si spengano.

“Il 3 dicembre, ci sarà un appuntamento importante, con l’Anci che dovrà rivedere il Piano Nazionale sull’Amianto, aggiornandolo. Il 9 dicembre, poi, ci sarà l’audizione alla Commissione Giustizia del Senato”.

Gli occhi del mondo sono su Casale Monferrato. E non da oggi:

“Siamo la capofila per la lotta all’amianto. Prima della sentenza, abbiamo ricevuto le delegazioni di diversi Paesi del mondo, che ci hanno raccontato le loro esperienze. In Svizzera, per esempio, sono riusciti a far condannare Schmidheiny. Noi continuiamo a batterci, nel frattempo, anche per far riformare la giustizia, eliminando la prescrizione che viene utilizzata da chi ha tanti soldi ed è una vergogna”.

A Casale si fa soprattutto ‘educazione’ sui rischi dell’amianto. Proprio domani, ci sarà l’inaugurazione di un’Aula multimediale al Museo dell’amianto. Fatta interamente dagli studenti delle scuole. Ancora il Sindaco:

“Il 4 dicembre verrà in città Don Ciotti per parlare di chi è morto a causa dell’amianto. Il nostro Consiglio comunale ha licenziato un documento, all’unanimità, in cui vengono ribadite le nostre richieste ai vertici dello Stato. Chiediamo, tra l’altro, l’inserimento del reato ambientale nel Codice penale”.

L’Associazione delle vittime da amianto in prima fila

Ha 85 anni e cinque familiari morti a causa dell’eternit. Romana Blasotti, presidente dell’Associazione familiari delle vittime di amianto di Casale Monferrato (Afeva), era anche lei a Roma per incontrare Matteo Renzi.

“Combattiamo da 31 anni. Io ho vissuto cinque brutte esperienze e devo dire che, finora, lo Stato ci è stato vicino solo un po’, per le bonifiche. Ma poi sono finiti i soldi. Non si può restare soli, mentre i criminali vengono assolti. E non perché sono innocenti, ma solo perché sono prescritti. Devo dire che, purtroppo, prima del processo, Schmidheiny ha offerto soldi ai familiari delle vittime e molti hanno accettato. Non potevano fare altrimenti, avendo figli piccoli o famiglie da mantenere. Noi, invece, non saremo neanche risarciti dopo l’esito del procedimento”.

C’è però una piccola vittoria in tutto questo:

“Siamo stati i primi in Europa a ottenere un processo per le morti da amianto. Alla lettura della sentenza, c’erano i rappresentanti di 10 Stati stranieri. Certo, la vittoria più importante poi non è arrivata ed è stata una botta dura, una pagina triste e amara”.

Chiude Romana Blasotti: “Io ho perso anche mio marito a causa di eternit, penso di aver già dato abbastanza”. Ma continua a battersi. Perché a Casale Monferrato nessuno pensa di aver perso definitivamente la guerra.

Alessandro Pignatelli

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