Greenpeace ha portato recentemente l’attenzione, dopo le azioni in Artico, sulle trivellazioni petrolifere nel Mar Mediterraneo. Dalle piattaforme in Sicilia, alle Canarie, in poco meno di un mese hanno condotto due azioni pacifiche per puntare i riflettori su quanto sta accadendo nei nostri mari. Lo scorso 14 ottobre gli attivisti d Greenpeace hanno occupato per 30 ore e in maniera del tutto non violenta la piattaforma petrolifera Prezioso (di Eni) e Andrea Boraschi era presente; il 24 novembre invece l’azione dei guerrieri arcobaleno si è spostata alle Canarie, dove però dopo gli speronamenti di navi della Marina militare spagnola, l’attivista italiana Matilde ci ha rimesso con una frattura scomposta di tibia e perone.
Le azioni di Greenpeace sono importantissime per tenere vigile la coscienza collettiva su quel che rischiamo nei nostri ecosistemi. Proprio due giorni fa sono giunte le concessioni per i prossimi 20 anni per 8 nuovi pozzi di petrolio, una nuova piattaforma petrolifera e gasdotti che occuperanno 145 km quadrati di mar Mediterraneo nel Canale di Sicilia.
Infatti, a dimostrare il crescente interesse a far si che in nessun angolo del Mediterraneo si trivelli per ricavare petrolio, peraltro di bassa qualità, ci sono , al momento, oltre 104 mila firme alla dichiarazione di indipendenza dalle fonti fossili, perché in Italia crediamo sul serio nelle rinnovabili.
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