
BLACKPOOL, ENGLAND - AUGUST 14: Security cameras and guards protect a proposed drilling rig site at Westby near Blackpool as activists arrive at an anti-fracking camp near the site on August 14, 2014 in Blackpool, England. Up to 1000 activists are expected at the camp over the weekend to attend workshops, discussions, and to protest on farmland. The camp has been established adjacent to the site where fracturing company Quadrilla propose to explore for shale gas. (Photo by Christopher Furlong/Getty Images)
Il fracking? È pericoloso per la salute tanto quanto il talidomide, il tabacco e l’amianto secondo un rapporto introdotto da un consulente scientifico del Governo britannico che proprio sullo shale gas sta costruendo il sogno di una parziale autonomia energetica.
Mark Walport, capo del Consiglio Scientifico del Regno Unito, sostiene che il fracking non sarebbe il primo caso di un’innovazione scientifica rivelatasi a posteriori dannosa per la salute e per l’ambiente. Su Ecoblog abbiamo spesso seguito le ricerche scientifiche indipendenti provenienti da più Paesi, ma il report britannico rappresenta un ulteriore step nella consapevolezza della dannosità del fracking visto che è stato prodotto da uno dei governi che hanno maggiormente sostenuto le istanze delle compagnie che lo praticano. Lo stesso premier David Cameron si è schierato apertamente dalla parte di questa tecnica che prevede il pompaggio di sostanze chimiche, sabbia e acqua ad alta pressione nel sotto suolo.
I timori degli ambientalisti sembrano essere confermati dal report Innovation: managing risk, not avoiding it del Government Office for Science:
La storia presenta molti esempi di percorsi di innovazione che poi si sono rivelati problematici, per esempio quelli inerenti l’amianto, il benzene, il talidomide, le diossine, il piombo nella benzina, il tabacco, molti pesticidi, il mercurio, il cloro e i composti che alterano il sistema endocrino. In tutti questi e in molti altri casi, il ritardato riconoscimento degli effetti avversi non ha portato solo a gravi impatti ambientali e sanitari, ma a enormi perdite in termini di competitività per le imprese e le economie che hanno proseguito sulla strada sbagliata,
ha spiegato Mark Walport.
Insomma la fratturazione idraulica è una soluzione figlia di una politica incapace di declinare al futuro le proprie scelte. Nello stesso report il professor Andrew Stirling della University of Sussex sostiene che il Regno Unito e il mondo potrebbero far fronte ai cambiamenti climatici con l’efficienza energetica e le energie rinnovabili, ma gli interessi dell’industria dei combustibili fossili dovrebbero allinearsi: la fattibilità esiste ma anche “politici autorevoli” affermano il contrario sostenendo il “vecchio” travestito da “nuovo”.
Secondo Sterling
nel settore dell’energia gli ostacoli alle strategie svantaggiate (come efficienza energetica e fonti rinnovabili) sono in genere più commerciali, istituzionali e culturali che tecniche. Tra gli ostacoli più potenti vi sono le richieste degli interessi di parte, come le pressioni delle industrie nucleari e dei combustibili fossili.
L’importanza delle dichiarazioni di Mark Walsh non è certo sfuggita agli ambientalisti. Secondo Louise Hutchins di Greenpeace Uk se un capo scienziato del governo avverte i propri ministri dei pericoli connessi al fracking significa che “il re è nudo”.
Via | The Guardian