This picture taken on August 12, 2014, shows the Mont Saint Michel during the high tide. AFP PHOTO/MIGUEL MEDINA (Photo credit should read MIGUEL MEDINA/AFP/Getty Images)
Le “moules” sono uno dei cibi tipici del Nord della Francia e delle coste fiamminghe, un piatto che si serve spesso con le “frites” (le patatine fritte) e che fa parte dello street food della fascia Atlantica di questi due paesi. Ora, in questo luogo visitato ogni anno da centinaia di migliaia di turisti, i mitilicoltori stanno tentando di dare l’assalto alle zone della bassa marea per coltivare i mitili.
Di vero e proprio assalto si tratterebbe perché i paesaggi di Mont Saint Michel sono Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco dal 1979 e dovrebbero essere presto disciplinati da regole di protezione forzata.
L’imprenditoria della mitilicoltura guarda con ambizione a espandersi verso il lato bretone del sito, mentre l’industria del turismo risponde a suon ricorsi nel tribunale amministrativo di Rennes. Un vero e proprio braccio di ferro fra il litorale “chic” e quello contraddistinto dai classici chioschi che vendono “moules-frites”.
L’invasamento, le conchiglie rotte e taglienti ovunque… Se si tollera l’industrializzazione del mare sarà il nostro patrimonio e il nostro volume d’affari a risentirne,
spiega Loïc Levillain, sindaco di Saint-Coulomb.
La battaglia fra le due industrie della zona di Mont-Saint-Michel si trascina da alcuni anni, fra ricorsi e report pro e contro la mitilicoltura.
In Nord della Bretagna è la seconda regione in Europa per la produzione di “coquillages” dopo il Mediterraneo: ogni anno si producono 10mila tonnellate di cozze e 6mila tonnellate di ostriche, senza contare che contestualmente prosperano 260mila tonnellate di patelle che non vengono sfruttate, almeno per il momento.
Il Comité régional de la conchyliculture (CRC) per niente scoraggiato dall’opposizione del turismo ha intrapreso un test su 19 ettari di filiera, ma vuole arrivare a impiantare un migliaio di ettari.
Una questione che spacca in due la popolazione. Marcel Le Moal, sindaco di Cancale è anche direttore di due società ostricole e vede la questione da una prospettiva diametralmente opposta, tanto da sostenere, fra il serio e il faceto, che il vero “inquinamento paesaggistico” è quello di Mont-Saint-Michel.
Via | Le Monde
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