Pellet, l’Iva al 22 per cento dà una mano al metano

Dal 1° gennaio 2015 è entrato in vigore, tra i provvedimenti inclusi nel maxiemendamento alla legge di Stabilità 2015 approvato dal Senato lo scorso 19 dicembre, l’incremento dell’Iva sul pellet che passa dal 10 per cento al 22 per cento. Proviamo a capire la portata di questo intervento del governo che non è piaciuto ai consumatori e né alle associazioni di categoria.

La maggior parte della produzione di pellet la troviamo nel nostro Nord Est, sopratutto in Friuli Venezia Giulia e veneto. Spiega spiega Paolo Perini, portavoce nazionale del gruppo produttori e distributori pellet certificato EnPlus che in Friuli Venezia Giulia:

Il pellet non significa solo combustibile, ma produzione di caldaie e stufe di alta qualità e design apprezzato nel mondo. Il tutto di traduce in migliaia di posti di lavoro che ora, in una situazione economica già difficile, con l’aumento dell’Iva di ben 12 punti percentuali inevitabilmente avrà ripercussioni anche sulla produzione.

Consideriamo che nel nostro Paese consumiamo oltre il 40 per cento di energia per l’energia termica. L’Istat, ci dice nel suo rapporto I consumi energetici delle famiglie con riferimento al 2013 che si spende di più per i consumi energetici al Nord; che in media la spesa annua è di 1635 euro per famiglia e che il metano è utilizzato dal 70 per cento delle famiglie. Per quanto riguarda la legna, ne fa uso una famiglia su cinque, per un consumo annuo medio pari a 3,2 tonnellate, mentre il 4,1 per cento delle famiglie usa i pellets più adottati nei comuni montani in Umbria e Trentino Alto Adige.

Il pellet è usato in quelle zone non metanizzate e nonostante l’aumento dell’Iva risulta conveniente se confrontato a altri carburanti quali il gasolio o il GPL. Rispetto al metano, però, perde il confronto a causa dell’aumento dell’Iva e diviene così più caro. Una buona soluzione per far si che il pellet resti conveniente consiste nell’acquistarlo in grandi quantità in primavera quando il prezzo cala in maniera consistente. E’ necessario poi conservarlo in un luogo asciutto.

Via | Messaggero Veneto

Marina Perotta

Sono giornalista professionista dal 1996 e ho iniziato a scrivere per Nuova Stagione. A 20 anni inizio la collaborazione con Il Mattino di Napoli (come si diceva una volta da abusiva) per circa 4 anni. Divento giornalista praticante a Cronache del Mezzogiorno nel 1994 sotto la direzione di Gigi Casciello e in seguito, nel 1998 lavoro come caposervzio a Napoli Sera progetto di un quotidiano del pomeriggio di Roberto Tumbarello. Continuo a lavorare per Il Mattino fino al 2001 dove mi hanno spesso chiamata come redattore di prima nomina per le coperture estive. Nel frattempo coltivo collaborazioni con varie testate tra cui Cosmopolitan con la direzione di Patrizia Pontremoli. Dal 1997 al 2001 collaboro con l'Università l'Orientale di Napoli presso cui mi sono laureata in lingua e letteratura Hindi e Cinese, come responsabile per le lingue orientali per il laboratorio linguistico, per l'insegnamento delle lingue orientali a distanza grazie all'ausilio del web.Nel 2003 approdo al CNR ITD di Palermo per seguire un corso finanziato dalla Ue sulla formazione a distanza destinata alle PMI. (la mia pubblicazione in collaborazione con il prof. Paolo Maresca) Mi occupo anche della progettazione di CD multimediali sempre destinati alla formazione sulle nuove tecnologie per l'Asmez. E' il 2004. Nel 2007 inizio la collaborazione con Blogo.it scrivendo per Ecoblog.it dove scrivo di agricoltura, energia, ambiente, rinnovabili, nucleare e di nuovi stili di vita sostenibili. Dal 2008 al 2012 lavoro in RCS come coordinatore della moderazione delle pagine di Gazzetta.it coprendo con due team sia le pagine del quotidiano on line sia la community e il forum.Coordino in telelavoro circa 80 moderatori e due distinte community. Coordino per Splinder sempre in telelavoro la comunicazione con gli utenti. Da febbraio 2012 lavoro per Blogo.it come community manager coordinando i blog dell'area lifestyle e Donna.

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