Nigeria, Shell risarcirà la comunità del Delta del Niger

Shell risarcirà con 55 milioni di sterline (70 milioni di euro) la comunità nigeriana danneggiata da due importanti fughe di petrolio nel 2008. Oggi, mercoledì 7 gennaio 2015, si chiude con un accordo privato fra la compagnia petrolifera e le vittime del disastro ambientale del 2008 una battaglia legale durata tre anni. In ben due occasioni, alla fine del 2008, due fughe di un oleodotto avevano provocato due devastanti disastri ambientali nella zona del Delta del Niger.

La filiale nigeriana del gruppo anglo-olandese verserà 35 milioni di sterline ripartiti fra 15600 persone e 20 milioni di sterline destinati all’insieme della comunità di Bodo che vive sostanzialmente di pesca.

Ci sono voluti oltre sei anni per arrivare a questo successo: le pressioni di Amnesty International su Shell avevano fatto sì che la compagnia petrolifera riconoscesse le proprie responsabilità, ma la compagnia petrolifera non era mai giunta a un accordo e all’orizzonte si profilava – su sollecitazione della comunità investita dalla marea nera – un processo all’Alta Corte di Londra che avrebbe dovuto iniziare nel maggio 2015.

Ora l’accordo che prevede per i 15600 pescatori una tantum di 2200 sterline, pari a tre anni di salario minimo.

Noi siamo contenti per i nostri clienti e felici per la buona decisione presa da Shell, ma devo dire che è stata molto deludente avere dovuto attendere sei anni perché Shell prendesse seriamente questa questione e riconoscesse la vera natura dei danni causati da queste fughe sia sull’ambiente che coloro che ne dipendono per vivere,

ha dichiarato Martyn Day, avvocato dello studio Leigh Day che ha difeso la comunità di Bodo durante i tre anni di battaglia legale.

Via | Le Monde

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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