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La “bolla” del gas scisto sta per scoppiare

La “bolla” del gas scisto sta per scoppiare e le conseguenze per gli equilibri dell’economia mondiale sono assolutamente imprevedibili. Cosa potrà succedere se dovesse crollare il perno sul quale l’amministrazione ha (ri)organizzato la propria politica energetica? Quali scenari potranno delinearsi se dovesse venire meno la strategia tendente all’autonomia energetica voluta dall’ospite della Casa Bianca? Come ha spiegato Ecoblog sono settimane decisive anche per l’oleodotto Keystone XL, ma ora un Ceo della compagnia petrolifera australiana BHP, Andrew Mackenzie, lancia l’allarme annunciando l’intenzione di dismettere il 40% delle attrezzature perforanti nelle piattaforme per l’estrazione del gas scisto negli Stati Uniti.

La riduzione dei prezzi imposta dal mercato parallelo stimolato dallo Stato Islamico ha messo le compagnie petrolifere con le spalle al muro:

Ci siamo mossi molto velocemente in risposta ai minori prezzi e ridurremo gli impianti negli Usa del 40% dalla fine dell’anno finanziario in corso. Il programma rivisitato delle trivellazioni beneficerà poi dei miglioramenti d’efficacia in corso. Il nostro programma di investimento rimarrà focalizzato sul ricco bacino di gas di Black Hawk. Tuttavia, manterremo la nostra attività sotto revisione,

ha dichiarato Mackenzie. Negli scorsi giorni anche Baker Hughes, una compagnia attiva in 90 Paesi, aveva annunciato il licenziamento di 7mila dipendenti.

L’opportunità per iniziare un iter di conversione verso le energie rinnovabili non è mai stata così a portata di mano, allo stesso tempo non è mai stato così evidente come la tenuta del sistema geopolitico costruito negli ultimi due secoli e mezzo sia determinata da un unico elemento collante: le risorse fossili. Ma se persino i petrolieri dicono che la bolla del gas scisto scoppierà è il momento per iniziare, da subito, a nuove risorse e nuovi modelli di business.

Via | Business Insider

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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