LOST HILLS, CA - MARCH 24: The sun rises over an oil field over the Monterey Shale formation where gas and oil extraction using hydraulic fracturing, or fracking, is on the verge of a boom on March 24, 2014 near Lost Hills, California. Critics of fracking in California cite concerns over water usage and possible chemical pollution of ground water sources as California farmers are forced to leave unprecedented expanses of fields fallow in one of the worst droughts in California history. Concerns also include the possibility of earthquakes triggered by the fracking process which injects water, sand and various chemicals under high pressure into the ground to break the rock to release oil and gas for extraction though a well. The 800-mile-long San Andreas Fault runs north and south on the western side of the Monterey Formation in the Central Valley and is thought to be the most dangerous fault in the nation. Proponents of the fracking boom saying that the expansion of petroleum extraction is good for the economy and security by developing more domestic energy sources and increasing gas and oil exports. (Photo by David McNew/Getty Images)
I cambiamenti climatici mettono a rischio la sicurezza alimentare. Se ne parla in questi giorni al Salon de l’agricolture di Parigi, dove scienziati e studiosi cercano di delineare soluzioni che permettano ai sistemi agricoli di adattarsi ai cambiamenti climatici. Il tema della sicurezza alimentare è stato trascurato dai precedenti negoziati sul clima, ma non sarà alla Conferenza mondiale sul clima che si terrà a Parigi nel prossimo dicembre.
Se l’obiettivo prioritario resta il contenimento del riscaldamento globale entro i 2° C, i climatologi e gli scienziati sul fronte del contenimento dei cambiamenti climatici riconoscono la necessità di assicurare la resilienza alle popolazioni maggiormente vulnerabili e la sicurezza alimentare e la sussistenza ai Paesi in via di sviluppo.
Secondo la Fao, la produzione alimentare dovrà aumentare del 70% nei prossimi trent’anni affinché possano essere nutriti i 9 miliardi di abitanti che il pianeta conterà nel 2050, a fronte degli attuali 7 miliardi. Attualmente circa 805 milioni di persone soffrono la fame e, secondo il Programma Onu per lo sviluppo, da qui al 2080 altri 600 milioni di persone soffriranno la fame, soprattutto a causa dell’effetto dei cambiamenti climatici.
Il riscaldamento globale aumenta il margine d’incertezza sulla produzione agricola: in alcune aree del mondo come l’Africa subsahariana e il Sud-Est asiatico l’agricoltura rappresenta l’80% della sussistenza della popolazione. Ciò significa che eventi climatici avversi rischiano di mettere in pericolo la sussistenza per ampie fasce della popolazione.
Nel rapporto dell’IPCC pubblicato a novembre si legge che senza un reale sforzo di adattamento da parte dell’agricoltura alle nuovi condizioni climatiche, la produzione delle tre grandi colture globali (grano, riso e mais) potrebbe diminuire del 2% nel prossimo decennio. L’abbassamento della produzione, già presente nelle zone temperate, ha ripercussioni fortemente negative sulla produzione nei Paesi tropicali: gli eventi meteo estremi più frequenti e più estremi hanno come immediata conseguenza il rialzo o, comunque, una maggiore volatilità dei prezzi alimentari. Secondo l’Ong Oxfam il prezzo medio delle derrate base potrebbe più che raddoppiare nei prossimi vent’anni in rapporto ai prezzi osservati nel 2010.
Via | Le Monde
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