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Hollande lancia l’appello di Manila fra eco e glamour (con Marion Cotillard)

Lo scorso 17 novembre, a Nouméa, il presidente François Hollande ha ascoltato i dirigenti dei 26 stati del Pacifico per comprendere in maniera più approfondita, le problematiche connesse ai cambiamenti climatici che, per alcuni di questi stati insulari, possono significare la scomparsa.

Quest’oggi, a tre mesi da quell’incontro, Hollande è nelle Filippine, uno dei paesi maggiormente toccati dai cambiamenti climatici, come dimostra il tifone Hayian del 2013. Nicolas Hulot, l’uomo che sta preparando la prossima Conferenza sul clima ha insistito affinché il presidente facesse una tappa all’isola di Guiuan, nonostante in molti sconsigliassero questa meta per il suo viaggio in un Paese che – è bene non dimenticarlo – non è immune da nuclei terroristi jihadisti.

La conversione “eco” di Hollande è piuttosto recente: nei primi anni di mandato il presidente transalpino ha avuto altri problemi (anche personali) a cui pensare. È durante le sue visite diplomatiche all’estero che Hollande sembra avere preso coscienza della questione ambientale: vuoi perché la COP21 sarà ospitata a Parigi, vuoi perché la Francia non può chiamarsi fuori dai Paesi guida nelle politiche di contrasto dei cambiamenti climatici, il presidente che una volta veniva definito non “anti” ma a-ecologista ha invertito la rotta. Hollande sa che un eventuale successo della conferenza sul clima di fine anno potrà riportarlo al centro della ribalta internazionale e fargli guadagnare l’appoggio dei verdi nelle elezioni presidenziali del 2017, anche se alcuni dossier sul nucleare restano un nodo da sciogliere fra il presidente e i Verdi francesi.

L’appello di Manila verrà letto nientemeno che dal premio Oscar Marion Cotillard che fa parte, insieme all’altra attrice Mélanie Laurent, della eterogenea delegazione (comprendente i ministri Ségolène Royal, Laurent Fabius e Annick Girardin) che accompagna il presidente nella trasferta transalpina. La svolta “eco”, insomma, è integrata dal glamour. Come ogni leader, anche Hollande sa quanto sia importante mediatizzare la propria propaganda e in Cotillard e Laurent ha trovato le sponde necessarie perché la notizia non finisca solamente nelle sezioni eteri o negli striminziti spazi che i media riservano a questioni fondamentali come quelle relative ai cambiamenti climatici.

Via | Le Figaro

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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