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Spagna, si lavora alla prima miniera europea di terre rare

Scambiare l’occupazione con la salute, svendere il territorio per creare lavoro. Sta per succedere in Castilla-La Mancha, in una delle aree con la maggiore disoccupazione d’Europa, più precisamente nei pressi di Ciudad Real, dove la Quantum Minería vuole estrarre le terre rare, in particolar modo scandio, ittrio e i lantanoidi necessari per la creazione degli iPhone e degli schermi tv curvi di ultima generazione.

Le terre rare – scoperte nel 1787 da Carl Axel Arrhenius in una cava di Ytterby – sono state utilizzate fino alla Seconda Guerra Mondiale per magneti e superconduttori, diventando successivamente fondamentali nelle moderne tecnologie. Negli anni Sessanta Brasile e India avevano il monopolio dell’estrazione di terre rare, poi, a partire dal 1985, la Cina ha intuito che sarebbero diventate il business del futuro con l’esplosione dell’informatica per tutti. Oggi il 95% della produzione mondiale di questi materiali arriva dalla Cina che con questa potente arma commerciale dialoga in posizione di forza con i Paesi occidentali, con l’India e con il Giappone.

Ora, però, Quantum Minería punta a divenire la prima miniera di terre rare in Europa. Si tratta di un esperimento modesto per dimensioni – “appena” 20mila tonnellate all’anno – ma con il supporto economico della Commissione europea. Nei sondaggi effettuati dai geologi si è scoperto che il sottosuolo del piccolo paesino di Torre de Juan Abad è ricchissimo di neodimio, praseodimio ed europio.

In questa regione economicamente depressa l’industria mineraria potrebbe soppiantare i raccolti del frumento e degli ulivi secolari. Il sindaco socialista del paesino José Luis Rivas sostiene l’idea della Quantum convinto di poter arrestare con i nuovi posti di lavoro la fuga dei giovani verso le grandi città di Spagna.

Agricoltura per industria, salute per lavoro, è uno scambio in perdita, ma qualcuno continua ad accettarlo perché le Paesi e comunità continuano a essere governati da partiti politici che affondano le proprie radici nell’Ottocento, quindi in logiche sviluppiste. Ma il gioco vale veramente la candela? L’estrazione di terre rare ha costi elevati e bassi margini di guadagno.

Solamente chi ha risorse enormi – come la Cina – può restare a galla. Non sarebbe meglio lasciare fonti di guadagno “rinnovabili” come gli ulivi secolari?

Via | El Pais

Foto | Google Maps

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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