[blogo-video id=”159664″ title=”Rigoberto Lima Choc, ambientalista assassinato in Guatemala” content=”” provider=”youtube” image_url=”https://media.ecoblog.it/3/3a9/maxresdefault-jpg.png” thumb_maxres=”1″ url=”https://www.youtube.com/watch?v=M39myZMc9Tg” embed=”PGRpdiBpZD0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTU5NjY0JyBjbGFzcz0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudCc+PGlmcmFtZSB3aWR0aD0iNTAwIiBoZWlnaHQ9IjI4MSIgc3JjPSJodHRwczovL3d3dy55b3V0dWJlLmNvbS9lbWJlZC9NMzlteVpNYzlUZz9mZWF0dXJlPW9lbWJlZCIgZnJhbWVib3JkZXI9IjAiIGFsbG93ZnVsbHNjcmVlbj48L2lmcmFtZT48c3R5bGU+I21wLXZpZGVvX2NvbnRlbnRfXzE1OTY2NHtwb3NpdGlvbjogcmVsYXRpdmU7cGFkZGluZy1ib3R0b206IDU2LjI1JTtoZWlnaHQ6IDAgIWltcG9ydGFudDtvdmVyZmxvdzogaGlkZGVuO3dpZHRoOiAxMDAlICFpbXBvcnRhbnQ7fSAjbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTU5NjY0IC5icmlkLCAjbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTU5NjY0IGlmcmFtZSB7cG9zaXRpb246IGFic29sdXRlICFpbXBvcnRhbnQ7dG9wOiAwICFpbXBvcnRhbnQ7IGxlZnQ6IDAgIWltcG9ydGFudDt3aWR0aDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O2hlaWdodDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O308L3N0eWxlPjwvZGl2Pg==”]
Fra gli effetti collaterali della produzione dell’olio di palma non ci sono solamente gli incendi dolosi che nelle ultime settimane hanno devastato ettari di foreste a Sumatra. C’è anche gente che muore per la propria lotta contro l’industria che lucra sull’olio di palma che finisce nei biscotti, nei dolci, negli snack e nei prodotti igienico-sanitari venduti nei nostri negozi e supermercati.
Venerdì scorso Rigoberto Lima Choc, un ambientalista di 28 anni, è stato assassinato da due sicari in motorino all’indomani della decisione del Tribunale di Paz de Sayaxché che, il giorno prima, aveva deciso la sospensione delle attività dell’impresa di olio di palma per sei mesi.
Due settimane fa, il 6 settembre, Rigoberto Lima Choc era stato eletto consigliere del municipio di Sayaxché, località del Petén, situata a circa 500 km dalla capitale.
Nel giugno di quest’anno Lima aveva denunciato l’inquinamento compiuto dalla Repsa, produttrice di palma africana, nel fiume La Pasion. L’azienda aveva avvelenato le acque provocando una gigantesca moria di pesci e inferendo così un duro colpo all’economia di sussistenza di 30mila abitanti che vivono di pesca artigianale.
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Giovedì scorso il Tribunale di Paz de Sayaxché aveva deciso la sospensione delle attività dell’impresa produttrice di olio di palma per sei mesi, un periodo necessario per indagare e comprendere se i pesticidi usati nella produzione dell’olio di palma abbiano provocato il disastro. L’Alto commissariato Onu per i diritti umani ha condannato l’omicidio, chiedendo alle autorità di fare piena luce sull’accaduto.
Via | Guatevision
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