Bales of straw lay on a stubble field in Gellmersdorf near Angermuende, eastern Germany, on August 19, 2012. Farmers across the country benefit from good weather conditions with sunshine and temperatures of 30 degrees Celsius and more to bring in their harvest. AFP PHOTO / BARBARA SAX (Photo credit should read BARBARA SAX/AFP/GettyImages)
Dopo il via libera della Commissione Europea ai piani di sviluppo rurale presentati dall’Italia, nel nostro Paese servono forze nuove per sostenere l’agricoltura di prossimità. A sottolinearlo è Coldiretti che spiega come l’ok da parte di Bruxelles sia la premessa a un volano economico di quasi 21 miliardi di euro fino al 2020, per le campagne con interventi regionali a sostegno dell’ammodernamento delle imprese, delle aziende agricole di giovani che si affacciano su questo mondo e in appoggio delle filiere corte.
I primi bandi sono già partiti in Toscana con 1800 domande presentate da giovani, mentre in Emilia Romagna le domande presentate sinora sono oltre 500.
Per chi ha fra i 18 e i 40 anni gli interventi a fondo perduto possono arrivare fino a 70mila euro per l’avio dell’attività e fino al 60% degli investimenti aziendali per un contributo aggiuntivo.
Coldiretti sta sostenendo l’imprenditoria giovanile con un’apposita task force che opera a livello territoriale con attività di tutoraggio, corsi di formazione e consigli per l’accesso al credito.
Secondo un sondaggio di Coldiretti/Ixe’, nel 57% dei casi, oggi, i giovani preferirebbero gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (18%) o fare l’impiegato in banca (18%).
Gli interventi dei piani di sviluppo rurale non si limitano però solo ai giovani ma, in quelli approvati a livello regionale, ci sono ben 4.960 milioni di euro da destinare a investimenti in immobilizzazioni materiali e immateriali che contribuiranno al rilancio delle aziende agricole e forestali, favorendo un miglioramento delle prestazioni economiche, incoraggiando la ristrutturazione e l’ammodernamento delle aziende agricole nonché la diversificazione delle attività.
La ripartizione delle risorse nazionali tiene conto dei livelli di sviluppo economico regionale: circa 9 miliardi di euro saranno destinati alle 13 regioni/province autonome in obiettivo competitività (Bolzano, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Trento, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto), circa 2 miliardi di euro alle 3 regioni in transizione (Abruzzo, Molise, Sardegna), mentre 7.4 miliardi di euro andranno alle 5 regioni in obiettivo convergenza (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia). È inoltre prevista una ulteriore quota di risorse aggiuntive per l’attuazione di programmi nazionali che con circa 2,2 miliardi di euro interverranno in ambiti strategici e comuni su tutto il territorio italiano.
Via | Coldiretti
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