PEKANBARU, SUMATRA, INDONESIA - JULY 11: A view of land clearing for palm oil plantation in Siak district on July 11, 2014 in Riau province, Sumatra, Indonesia. The Nature Climate Change journal has reported that Indonesia lost 840,000 hectares of natural forest in 2012 compared to 460,000 hectares in Brazil despite their forest being a quarter of the size of the Amazon rainforest. According to Greenpeace, the destruction of forests is driven by the expansion of palm oil and pulp & paper has increased the greenhouse gas emissions, pushing animals such as sumatran tigers to the brink of extinction, and local communities to lose their source of life. (Photo by Ulet Ifansasti/Getty Images)
L’ambiente, la salvaguardia del Pianeta e i temi del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici dovrebbero occupare le aperture dei quotidiani ed essere prioritari rispetto alla politica interna ed estera, perché sulla Terra tutto – economia, politica e società – è ormai strettamente legato al clima e all’ambiente. Eppure le notizie relative all’ambiente vengono spesso coperte dal rumore di fondo di news prove d’importanza.
Pensiamo alla scarsissima copertura che il disastro ambientale del Minas Gerais ha avuto nelle ultime quattro settimane. Quella che è stata definita la Fukushima del Brasile ha trovato spazio a fatica sugli organi di informazione nazionali che, al contrario, riportano quotidianamente anche i tweet del più insignificante dei parlamentari.
Se all’estero i telegiornali di Bbc One, Tve e France 2 o testate online come The Guardian e Le Monde danno ampio spazio alle tematiche ambientali, in Italia l’ecologia viene trattata come una sorta di riempitivo.
A pochi giorni dall’inizio della COP21 è stato presentato, all’interno di un forum all’Università Umsa, il secondo rapporto dell’Osservatorio Eco Media che ha evidenziato come l’ambiente venga trattato non soltanto dalla cronaca o dalle testate specializzate, ma sia parte integrante dell’informazione generalista.
“Lo spazio dedicato alle green news è sempre più marginale, come se l’inquinamento, i cambiamenti climatici, le trivellazioni petrolifere e l’uso di OGM in agricoltura non fossero cronaca o argomenti da trattare sui principali quotidiani o tv nazionali. Anche i grandi risultati raggiunti dalla green economy come la crescita di lavori verdi, il record raggiunto dalle rinnovabili e i dati positivi sull’ecoturismo sono del tutto assenti”,
ha detto Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde.
La ricerca ha analizzato per nove mesi (da gennaio a settembre 2015) i telegiornali prime time di 7 emittenti nazionali (Rai1, Ra2, Rai3, Rete4, Canale5, Italia1, La7), vagliando quasi 35mila servizi e confrontandoli con altri 13mila di tre emittenti estere (l’inglese Bbc One, la francese France2 e la spagnola TVE La1).
Il risultato è che in Italia si parla di ambiente poco e male: il 3,3% dei servizi andati in onda (contro il 4,9% del campione estero) ha trattato di temi ecologici e ciò è accaduto, è stato soprattutto con toni allarmistici e in occasione di eventi di carattere prevalentemente negativo (disastri, maltempo, degrado) a scapito di notizie positive (natura e buone pratiche), che, invece, vengono valorizzati da parte delle emittenti estere.
Via | Ansa
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