TO GO WITH AFP STORY BY LAURENT ABADIEA man shows a special sticker on a wine bottle on June 17, 2013 during the Vinexpo trade fair. With an hologram and a QR code (Quick Response Code), the labels are made to fight counterfeit wines. AFP PHOTO/ NICOLAS TUCAT (Photo credit should read NICOLAS TUCAT/AFP/Getty Images)
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Nella regione della Ningxia, nella Cina centrosettentrionale, al confine con la Mongolia Interna, si sta tentando di fare del Dragone asiatico uno dei produttori internazionali di vini di qualità.
La Cina è il quinto consumatore di vino del pianeta e nel prossimo triennio la quota di consumatori potrebbe aumentare di un ulteriore 25%: con una classe media in piena ascesa i guadagni potrebbero essere enormi.
Le autorità di Pechino stanno lavorando in due direzioni: da una parte sostenendo con sponsorizzazioni di Stato le aziende vinicole locali, dall’altra chiedendo aiuto a esperti viticoltori provenienti da tutto il mondo.
Il metodo non si discosta da quello che ha portato l’economia cinese alla leadership globale in molti settori e si basa su milioni di dollari di investimenti, manodopera a basso costo, equipaggiamento innovativo e l’immancabile emulazione delle eccellenze straniere. Nello specifico la principale fonte d’ispirazione del vino cinese sembra essere il Cabernet Sauvignon, ma, proprio per evitare la monocultura, gli enologi provenienti da tutto il mondo sono stati chiamati a diversificare la produzione.
Via | Askanews
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