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Crisi idrica a Flint: acqua a rischio per milioni di americani

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Per un anno e mezzo, dall’aprile 2014 all’autunno 2015, gli abitanti di Flint, una cittadina industriale a nord di Detroit (Michigan), hanno utilizzato e consumato acqua contaminata da piombo. Ma la situazione, secondo i documenti ottenuti da Yanna Lambrinidou della Virginia Tech e citati da alcuni media anglofoni, fra cui The Guardian, sarebbe decisamente peggiore agli scenari più apocalittici disegnati negli ultimi giorni. A essere in pericolo, infatti, non sarebbero solamente le falde idropotabili alle quali attingono i 100mila abitanti di Flint, ma “ogni grande città ad est del Mississippi”.

“La conclusione logica è che l’acqua potabile bevuta da milioni di americani è potenzialmente pericolosa” si legge nei documenti che spiegano come le autorità di diverse città americana minimizzino le quantità di piombo presenti nell’acqua, contribuendo così alla pericolosa diffusione dell’acqua tossica che ha messo in ginocchio Flint, come mostrano le immagini della fotogallery d’apertura.

Flint è in stato d’emergenza, l’acqua viene portata casa per casa, porta a porta, oppure distribuita in diversi punti della città.

Secondo le carte diffuse da Lambrinidou le linee guida dell’agenzia sarebbero state sistematicamente ignorate.

Ci sono voluti diciotto mesi perché l’acqua salmastra e maleodorante, dal colore simile all’urina, venisse dichiarata tossica nonostante le preoccupazioni di chi quell’acqua la consumava per lavarsi, per cucinare e per bere.

Flint è la città in cui, nel 1908, è stata fondata la General Motors e ha sempre gravitato intorno al polo di Detroit, quello delle Big Three (General Motors, Ford et Chrysler). Quando il mercato dell’auto è crollato Flint si è trasformata in una città fantasma: in cinquant’anni la popolazione si è dimezzata e il tasso di disoccupazione è del 40% (il doppio della media nazionale)

Nel 2011 Flint viene posta sotto tutela del governatore repubblicano Rick Snyder che deve rimettere in sesto le finanze del Michigan e nel suo piano di tagli decide, nel 2014, di rivoluzionare la captazione dell’acqua potabile. L’acqua acquistata per decenni a Detroit è diventata troppo cara, meglio captarla dalle falde e dalle sorgenti locali sulla cui qualità sono in molti a sollevare dubbi e perplessità.

La “rivoluzione” non tarda ad avere conseguenze sugli abitanti di Flint: oltre al cattivo odore, al pessimo gusto e all’aspetto sgradevole, l’acqua provoca vomito, eruzioni cutanee e la caduta dei capelli. Già nell’ottobre 2014 la General Motors decide di smettere di utilizzare l’acqua di Flint, giudicata troppo corrosiva.

Nonostante tutti questi casi le autorità locali, compreso lo Stato del Michigan, hanno ripetuto per mesi che l’acqua poteva essere consumata senza rischi. Soltanto grazie agli esami richiesti da una infermiera disoccupata, LeeAnn Walters, preoccupata per le inspiegabili eruzioni cutanee dei figli, si è riuscito a scoprire come il tasso di piombo nelle acque di Flint era circa 27 volte superiore alla norma.

La donna aveva portato i figli all’ospedale ma è stata più volte rassicurata. Decisa a vederci chiaro ha deciso di far analizzare l’acqua all’Environmental Protection Agency, un’istituto che equivale alla nostra Arpa. Le analisi hanno dato un verdetto inequivocabile: il massimo di piombo consentito nell’acqua è 15 parti per miliardo, nell’acqua uscita dal rubientto di LeeAnn ce n’erano 400 parti per miliardo.

Lo scorso 8 gennaio il governatore Snyder ha dichiarato lo stato d’urgenza sanitaria, il 16 gennaio Barack Obama ha dichiarato lo stato d’urgenza federale, in modo da accelerare la distribuzione dell’acqua e dei filtri.

Sull’emergenza idrica è intervenuto anche Michael Moore che è nato a Flint nel 1954 e ne ha vissuto il declino nell’ultimo mezzo secolo, tanto da avere dedicato all’argomento il suo primo documentario, Roger and me (1989):

“Non è solamente una crisi dell’acqua. È una crisi raziale, una crisi della povertà”,

ha detto il cineasta che in questi giorni ha chiesto su Twitter l’arresto del governatore Snyder e ha pubblicato la risposta della Casa Bianca al suo invito a Obama a visitare Flint in occasione della sua presenza al North American International Auto Show di Detroit: “No”. La distanza fra Detroit e Flint? 110 chilometri.

Consapevole della visibilità di Moore, Snyder si è difeso negli scorsi giorni affermando come l’emergenza idrica non sia affatto il risultato di “un razzismo ambientale”. Le mail con le quali è stata affrontata la situazione sono state rese pubbliche: in alcuni casi gli abitanti di Flint sono stati descritti dal loro governatore come “persone che si lamentano di tutto”.

Ora l’acqua di bottiglie e container ha sostituito quella dei rubinetti, ma l’emergenza resta altissima, nonostante il “silenziatore” che i media globali hanno messo su questa situazione senza precedenti a livello mondiale.

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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