A picture taken on February 4, 2016 shows a truck in front of a Carrefour supermarket in Dol-de-Bretagne, western France, as farmers block the entrance to the supermarket during a demonstration against the falling prices of their agricultural products on February 4, 2016. / AFP / DAMIEN MEYER (Photo credit should read DAMIEN MEYER/AFP/Getty Images)
Non solo notizie inerenti alla sicurezza dalla Francia. Da oggi, la République ha detto ufficialmente sì alla legge contro lo spreco alimentare. La norma, approvata dal Senato, di fatto impedisce alle multinazionali di buttare via cibo o di rendere le derrate invendute non più adatte al consumo.
La Francia, dotandosi di questi nuovi strumenti giuridici, vuole mettere un freno alle 8 milioni di tonnellate di cibo che finiscono annualmente nella spazzatura. La norma, che è cogente per i grandi supermercati (almeno 400 metri quadri), farà in modo che la merce alimentare invenduta sia girata, a ridosso della data di scadenza, alle associazioni e alle Ong caritatevoli. Oppure potrà essere trasformata in compost o in mangime per animali.
Dovranno poi essere messi appunto degli accordi con le grandi catene di distribuzione. Se gli accordi saranno evasi, potrebbero scattare pene fino a due anni di reclusione e 75mila euro di multa.
Le best practice, dalla prevenzione all’utilizzo a fini energetici passando dal riciclo attraverso il consumo umano o animale, dunque diventeranno oggetto di un protocollo che dovrà essere seguito scrupolosamente.
La legge ha anche una finalità pedagogica, visto che integra l’impegno contro lo spreco alimentare nel percorso scolastico. Infine, rende più restrittive le norme vigenti sulla responsabilità dei produttori sui prodotti difettosi.
La Francia è il primo paese al mondo a dotarsi di una normativa così rigida contro gli sprechi alimentari. L’Unione Europea seguirà il suo esempio costringendo gli Stati membri a fare altrettanto? Noi ce lo auguriamo.
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