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Fukushima, nuova meta del “turismo delle catastrofi”

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C’è chi da Fukushima si tiene ben lontano e chi, invece, ci vuole andare da turista. Sembra impossibile ma è così: se non sono certo una novità le visite turistiche ai luoghi teatro dei più macabri casi di cronaca, quella del turismo sui luoghi dei disastri naturali è una moda decisamente più recente.

Se dai disastri di Hiroshima e Chernobyl sono passati, rispettivamente, 70 e 30 anni, da quello di Fukushima è trascorso solamente un lustro, eppure nella località giapponese transitano duemila visitatori l’anno, persone che vogliono rendersi conto dell’impatto che lo tsunami e l’incidente del marzo 2011 hanno avuto sul distretto di Fukushima.

Chi abitava nella zona, però, non accetta la narrazione di una zona tornata alle condizioni precedenti l’11 marzo 2011:

“Non accetto la visione di Fukushima offerta dai media, come una regione ristabilita. Nessuno tornerà mai a vivere in città come Futaba e Okuma”,

spiega nell’intervista Akiko, un’insegnante che nella catastrofe ha perso sei allievi.

A cinque anni dalla catastrofe centomila persone non hanno ancora fatto ritorno a casa.

Via | Askanews

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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