Sono passati quasi 17 anni da quando fu scoperto l’amianto a Palazzo Nuovo e quasi un anno da quando la sede delle Facoltà umanistiche dell’Università di Torino fu chiusa e ora la situazione sta tornando progressivamente alla normalità con la riapertura del primo piano dell’ateneo di via Sant’Ottavio.
La chiusura di Palazzo Nuovo ha costretto a un vero e proprio nomadismo forzato migliaia di studenti e decine di docenti costretti a fare lezione in cinema e aule improvvisate affittate dall’Università.
[related layout=”right” permalink=”https://ecoblog.lndo.site/post/161903/amianto-palazzo-nuovo-bonifica-torino”][/related]Ora si apre un nuovo capitolo in questa triste storia di mancati controlli e omissioni: l’amianto, infatti, è stato trovato anche nelle palazzine dell’Università di via Pietro Giuria, quelle che ospitano gli studenti di Fisica, Chimica e Farmacia e i laboratori di ricerca.
A un anno dall’ispezione Spresal che ha portato alla temporanea chiusura di Palazzo Nuovo, un esposto anonimo ha invitato a estendere i controlli anche alle sedi scientifiche. E in via Pietro Giuria la situazione potrebbe essere ancora più critica rispetto a Palazzo Nuovo: oltre alle coperture dei pavimenti in vinilamianto, infatti, l’asbesto potrebbe essere stato utilizzato anche nelle parti esterne dell’edificio.
[related layout=”left” permalink=”https://ecoblog.lndo.site/post/143976/amianto-a-palazzo-nuovo-parte-la-class-action-asbesto-anche-sul-tetto”][/related]Da anni i lavoratori di via Pietro Giuria chiedono gli interventi di bonifica e ora i nodi sono venuti al pettine. Due le strade da percorrere: intervenire immediatamente e nei tempi più rapidi possibili nelle sedi del quartiere San Salvario oppure avviare rapidamente il raddoppio del campus di Grugliasco nel quale sono già presenti Agraria e Veterinaria e dove dovrebbero confluire tutte le facoltà scientifiche dell’Ateneo torinese.
Tante le soluzioni tampone che nel corso degli anni sono state messe in atto per la sede di via Giuria, ma nessun intervento strutturale. Ora si comincia e qualsiasi sia la scelta che verrà presa il percorso sarà lungo e anche per gli studenti, i docenti, i tecnici e gli amministrativi della facoltà scientifiche si prospettano mesi di nomadismo.
Via | Repubblica
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