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Parigi, la metropoli a misura di ciclista

Certo Copenaghen, Amsterdam e tante altre città olandesi sono sempre in testa alle classifiche mondiali della ciclabilità, come quella che viene annualmente stilata da Copenaghenize, ma quante metropoli della grandezza di Parigi hanno fatto così tanto per promuovere lo sviluppo dell’utilizzo della bici?

Da quando all’ombra della Tour Eiffel è arrivato il sindaco Anne Hidalgo, il sistema dei trasporti è stato rivoluzionato. Dal 1° luglio 2016 le auto immatricolate prima del 1997 non possono più circolare nei giorni feriali e poi ci sono i progetti del Piano Bicicletta 2015-2020 che prevede uno stanziamento di 150 milioni di euro per il raddoppio da 700 a 1400 chilometri della lunghezza delle piste ciclabili parigine.

L’obiettivo prioritario dell’amministrazione è triplicare – dal 5 al 15% – l’uso della bicicletta per gli spostamenti cittadini.

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Ecco come sono suddivisi i 150 milioni di euro: 63 milioni di euro sono per la costruzione di piste ciclabili, 30 milioni di euro per finanziare il programma “Parigi a 30 chilometri all’ora”, 7 milioni di euro per la creazione di oltre 10.000 installazioni per parcheggiare la bicicletta, 10 milioni di euro di incentivi per l’acquisto di biciclette elettriche e ciclomotori, scooter e biciclette da carico e, infine, circa 40 milioni di euro per la pianificazione dei parcheggi di scambio bici/servizi di trasporto pubblico e per riqualificare strade e piazze rendendole “organiche” alla rete ciclabile.

È prevista un’estensione delle zone a 30 km/h, mentre le strade principali saranno percorribili a 50 km/h ma con la possibilità per i ciclisti di pedalare in sicurezza su piste ciclabili.

Il servizio Vélib che attualmente conta su 300mila abbonati e 1238 stazioni verrà ulteriormente potenziato. Parigi una delle “culle” della bicicletta sta diventando un modello per chi voglia rivoluzionare la propria mobilità. In Italia chi seguirà il suo esempio?

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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Davide Mazzocco

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