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Cosa fare dopo il tocco della medusa

A causa di una pesca indiscriminata che ha ridotto in maniera drastica i suoi predatori naturali e alla proliferazione della vegetazione che crea l’habitat ideale per la loro proliferazione, le meduse continueranno a moltiplicarsi nei nostri mari.

Le conseguenze del tocco della medusa sono piuttosto eterogenee. Non tutte le meduse presenti nei nostri mari sono urticanti. Soltanto nell’Oceano Indiano e in Australia sono presenti meduse il cui tocco è mortale, come la cubozoa. Nei nostri mari si può nuotare in tutta tranquillità.

A provocare le fastidiose irritazioni dell’epidermide sono le cnidocisti, le particolari cellule delle meduse che rilasciano immediatamente all’interno della pelle la sostanza urticante e neurotossica con un dolore e un bruciore molto intensi nell’immediato e una forte prurito nella fase successiva al contatto.

La gravità delle conseguenze non è tanto legata alle meduse quanto alla reazione individuale al contatto. Altra cosa è venire a contatto con un branco e rimediare, quindi, eritemi su gran parte del corpo.

Cosa fare, dunque, dopo il tocco della medusa? La prima cosa raccomandata dai medici è di non perdere la calma iniziando a urlare: mettere in circolo l’adrenalina, infatti, rende più difficoltosa la respirazione aggravando la situazione.

La prima cosa da fare è raggiungere la riva. Una volta giunti sulla terraferma (oppure su un natante di qualsiasi tipo) occorre verificare che la medusa non abbia lasciato parte del proprio corpo sulla parte interessata dal contatto. Il punto di contatto va diluito con acqua di mare e non con sabbia, alcol o altre sostanze liquide.

La sostanza ideale che mitiga il bruciore e toglie il prurito è il gel astringente al cloruro di alluminio. Nel caso se ne disponga lo si deve applicare il prima possibile sulla parte del corpo venuta a contatto con la medusa.

In soggetti particolarmente sensibili le conseguenze possono essere più gravi: se il soggetto venuto a contatto con la medusa appare confuso e disorientato, se ha difficoltà nel respirare, suda in maniera eccessiva e inizia a gonfiarsi in maniera eccessiva non solo nella parte interessata ma in tutto il corpo, occorre chiamare il 118 o, comunque, un qualsiasi numero di pronto intervento. Il rischio di uno shock anafilattico va trattato adeguatamente per limitare le conseguenze sul soggetto colpito.

Se ci si trova in una spiaggia con bagnino è buona norma avvisarlo dell’accaduto, visto che potrebbe disporre dei medicinali in grado di mitigare gli effetti del tocco della medusa.

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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