
TO GO WITH AFP STORY BY FRANCOIS AUSSEILL- A lion lays in the Serengeti national reserve on October 25, 2010. A proposed trade-route to cut right through the Serengeti, the annual stage for the internationally famous hartebeast migration to Kenya's Masai Mara, has environmentalists up-in-arms protesting that the proposed two-lane paved road on which work should begin in 2011linking Musoma on Lake Victoria (north) to Arusha (north) and crossing 50 km through northern Serengeti along the Kenyan border would according to Mike Rainy, a scientist based in Kenya for over 50 years, induced the risk of the eventual collapse of the Serengeti-Masai Mara ecosystem by creating increased carnage of by the road's users, introduction of animal diseases and ease of access and escape for poachers. "When it will happen, 75% of the system (migration) will shrink and eventually collapse. It could happen very quickly, between two and five years," he warns. AFP PHOTO/Tony KARUMBA (Photo credit should read TONY KARUMBA/AFP/Getty Images)
[blogo-video id=”165516″ title=”Kenya, da cacciatori a custodi di leoni: masai sempre guerrieri” content=”” provider=”askanews” image_url=”http://engine.mperience.net/cdn/static/img/tmnews/20160929_video_14044815.jpg” thumb_maxres=”0″ url=”20160929_video_14044815″ embed=”PGRpdiBpZD0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTY1NTE2JyBjbGFzcz0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudCc+PHNjcmlwdCB0eXBlPSJ0ZXh0L2phdmFzY3JpcHQiIHNyYz0iaHR0cDovL2VuZ2luZS5tcGVyaWVuY2UubmV0L0VuZ2luZVdpZGdldC9zY3JpcHRzL3dpZGdldF8xIj48L3NjcmlwdD48ZGl2IGNsYXNzPSJtcGVfd2lkZ2V0IiBkYXRhLW1wZT0ndHlwZT1wbGF5ZXJ8YXBwSWQ9MTl8dGFyZ2V0SWQ9MjAxNjA5MjlfdmlkZW9fMTQwNDQ4MTV8cGxheWVyT3B0aW9ucz17ImF1dG9wbGF5Ijoibm9uZSIsImFkdlVSTCI6Imh0dHA6Ly9pYi5hZG54cy5jb20vcHR2P21lbWJlcj0zNzA3JTI2JWludl9jb2RlPXByZXJvbGwtYXNrYW5ld3MteDUwLWRlc2t0b3AiLCJ1c2VJbWFTREsiOnRydWV9Jz48L2Rpdj48c3R5bGU+I21wLXZpZGVvX2NvbnRlbnRfXzE2NTUxNntwb3NpdGlvbjogcmVsYXRpdmU7cGFkZGluZy1ib3R0b206IDU2LjI1JTtoZWlnaHQ6IDAgIWltcG9ydGFudDtvdmVyZmxvdzogaGlkZGVuO3dpZHRoOiAxMDAlICFpbXBvcnRhbnQ7fSAjbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTY1NTE2IC5icmlkLCAjbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTY1NTE2IGlmcmFtZSB7cG9zaXRpb246IGFic29sdXRlICFpbXBvcnRhbnQ7dG9wOiAwICFpbXBvcnRhbnQ7IGxlZnQ6IDAgIWltcG9ydGFudDt3aWR0aDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O2hlaWdodDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O308L3N0eWxlPjwvZGl2Pg==”]
Lion Guardian è un’organizzazione che si occupa di elaborare progetti per la coesistenza degli esseri umani e dei leoni in Kenya e Tanzania, operando all’interno di diversi parchi nazionali di entrambi i paesi in particolare con le popolazioni masai, fieri guerrieri e allevatori transumanti degli altopiani.
L’idea alla base dell’attività di Lion Guardian è “convertire” le popolazioni masai da cacciatori a guardiani dei felini all’interno delle aree protette, così da poter loro conservare la propria cultura intatta e tutelare l’esistenza e la salvaguardia degli animali.
I progetti coprono un’area di circa 5.500 chilometri quadrati e sono attivi da quasi dieci anni nella riserva di Selenkay, nel sud del Kenya e nel cuore del territorio masai, dove Lion Guardian cerca di riconvertire questi cacciatori di leoni in custodi dei felini.
“Diventare custodi dei leoni è certo una parte importante ma tutto poi ricade sulla comunità masai, il centro di tutta l’iniziativa. I masai impiegano buona parte del tempo anche a cercare bestiame disperso o bambini che si sono smarriti nella boscaglia”
ha spiegato all’Afp la dottoressa Stephanie Dolrenry, co-fondatrice del progetto. A Selenkay ogni mattina un gruppo di masai parte per una battuta nella boscaglia con tutta l’esperienza ancestrale corredata, questa volta, anche da antenne e gps. Un’attività che rende 120 dollari al mese, quanto basta a mantenere la famiglia.
Diventare guardiani di leoni è, per i masai, una sorta di “riconversione”, necessaria se pensiamo il declino demografico di questi felini in tutto il continente africano, non particolarmente traumatica ed anzi conservativa delle caratteristiche di questa grande comunità: le tecniche di caccia si rivelano fondamentali anche in questo nuovo “ruolo”. Le parole di Leiyio, pastore masai intervistato nel video in testa a questo post, sono in tal senso piuttosto efficaci nello spiegare la logica del progetto di Lion Guardian:
“È molto difficile seguire le tracce di un leone. […] Sono molto astuti, esperti, sanno come passarvi sotto il naso senza farsi vedere. Ma anche come attaccare il bestiame quando il pastore si trova al centro del gregge. Come guerriero so che seguire i leoni è molto difficile, bisogna saper utilizzare tutti i propri sensi ed essere privi di ogni paura per riuscire a scovarli”