Lo scaldabagno elettrico e i consumi: come funziona e come risparmiare

Il consumo dello scaldabagno elettrico rappresenta un’importante percentuale della spesa nella bolletta dell’energia elettrica. Per capire come risparmiare occorre innanzitutto comprendere come funziona: l’energia elettrica viene trasformata dalle resistenze in energia termica e questo è uno dei processi più dispendiosi nell’economia domestica. Utilizzare l’elettricità per scaldare l’acqua non è un sistema efficiente, anche se la diatriba fra chi sostiene che sia meglio tenerlo sempre acceso perché consuma meno e chi preferisce accenderlo solo quando serve è sempre aperta.

Un’indagine condotta da Legambiente qualche anno fa ha fatto emergere che uno scaldabagno da 1000 watt acceso sei ore al giorno consuma come 8 frigoriferi di classe A da 300 litri accessi 24 ore su 24. Se, poi, lo si tiene accesso 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, un frigo del genere contribuisce al 70% dei costi della bolletta elettrica.

Per ridurre i consumi energetici e risparmiare energia è consigliabile accendere lo scaldabagno 3 o 4 ore prima dell’utilizzo. Qualora ci sia qualcuno in casa l’operazione avviene manualmente, se, invece, si è per molte ore fuori casa può essere conveniente investire su di un timer da avviare con un po’ di anticipo in modo da portare la temperatura dell’acqua a un livello adeguato al bagno e alla doccia. Saranno i consumi ridotti a ripagare (con gli interessi) questa spesa.

Conviene spegnere lo scaldabagno?

Le “Otto buone azioni” per salvare l’ambiente e il portafogli suggerite nella campagna stampa appena partita sono queste: non eccedere col riscaldamento (mai sopra i 20 gradi), installare doppi vetri con gli incentivi fiscali, revisionare la caldaia, utilizzare lampade fluorescenti, spegnere le luci non necessarie, sostituire il vecchio frigo sfruttando l’incentivo fiscale, non lasciare la Tv in stand by, accendere lo scaldabagno solo quando serve.

Sull’accendere lo scaldabagno solo quando serve sono anni che sento discutere: da una parte c’è la fazione del “lo tengo sempre acceso perché a scaldare l’acqua si spreca più energia che a mantenerla calda”, e dall’altra ci sono quelli che dicono che accendendolo solo quando serve (circa tre ore prima di far la doccia, a seconda dei modelli) si risparmia parecchio. pare che uno scaldabagno elettrico sia responsabile di circa metà bolletta di una famiglia italiana media.

A prima vista sembrerebbe logico scaldare l’acqua solo quando serve (mica si tiene l’acqua sempre a bollire tutto il giorno, in attesa di far la pasta), ma per fare bene i conti bisognerebbe sapere quanto è isolato lo scaldabagno, a che temperatura ambiente opera, quanta massa d’acqua contiene, fino a che temperatura porta l’acqua, che sistema usa per scaldarla… insomma… il problema è complesso e la soluzione varia da caso a caso.
Avete qualche suggerimento pratico?

» Ecoage consigla di attaccare un timer allo scaldabagno
» Lifegate suggerisce di evitare quelli elettrici e di prenderne uno a metano
» L’Enel ne consiglia due piccoli, uno in bagno e uno in cucina, che lavorino a temperature diverse e di pulire la serpentina ogni 6 mesi

Foto | Pixabay

admin

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