Nissan Leaf: la mobilità sostenibile è pronta al decollo?

La Nissan Leaf è presente sul mercato dal 2010 e in tutto il mondo ha già venduto 250.000 unità. Anche in Italia l’auto elettrica del costruttore giapponese è stata scelta dal 45% dagli acquirenti di nuove vetture a zero emissioni sebbene il nostro Paese rimanga ancora al palo. L’Unrae ha infatti certificato quasi 1.850.000 auto immatricolate nel 2016: di queste solo 1.403 sono auto totalmente elettriche, numeri in calo rispetto al 2015 (-5,5%) e una percentuale sul totale che non si schioda dallo 0,1%, un decimo rispetto a quella degli altri grandi Paesi europei senza citare Olanda (9,7%) e Norvegia (23,3%). Escludendo Tesla, che in Italia cresce ma fa numeri bassi rispetto ad altri mercati, sono poche le case che fanno campagne di comunicazione sulle proprie auto elettriche.

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L’ultima, in ordine di tempo, è opera di Nissan che all’aeroporto di Fiumicino ha fatto scendere in campo proprio la Leaf: dallo scorso dicembre, infatti, la vettura a zero emissioni effettua un insolito servizio navetta all’interno dell’aeroporto. Non producendo alcun inquinamento atmosferico e acustico, la vettura giapponese si dimostra il mezzo ideale per trasportare i passeggeri all’interno di un luogo chiuso: una nuova esperienza di viaggio indoor tra il terminal 1 e il terminal 3 in un aeroporto all’avanguardia per la raccolta differenziata dei rifiuti e la produzione di energia (come sottolinea il Bilancio di Sostenibilità certificato da Kpmg, ndr).

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L’iniziativa di Nissan allo scalo di Fiumicino, in collaborazione con Enel e ADR, proseguirà fino a Pasqua e potrebbe protrarsi fino a giugno. Obiettivo continuare la promozione della Nissan Leaf che con la nuova batteria da 30 kWh consente di percorrere circa 172 km in condizioni reali (250 km quelli dichiarati). Ricaricabile in mezz’ora attraverso una stazione di ricarica veloce, è in vendita a un prezzo di partenza di 31.800 euro e il costo comprende la Box Station per la ricarica domestica.

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Ma per il decollo completo della mobilità elettrica serve in primis un costo più basso del veicolo e la scomparsa dell’ansia da autonomia, in discesa con l’arrivo di nuovi modelli con autonomia dichiarata fino a 400 km. E soprattutto una diffusione di una infrastruttura di ricarica capillare. In questa partita giocano un ruolo chiave le istituzioni che potrebbero puntare in maniera più decisa sulla diffusione della mobilità elettrica proponendo incentivi ed esenzioni fiscali più ingenti.

Per il momento bisognerà attendere il progetto Eva+ di Enel che prevede l’installazione di 200 colonnine multistandard in grado di collegare l’Italia da Nord a Sud fino all’Austria. Circa 180 impianti saranno predisposti sulla rete autostradale italiana, uno ogni 60 km. Le prime colonnine dovrebbero iniziare a vedersi dopo l’estate 2017.

Ha collaborato Alessando Pinto

Paolo Sperati

Nato nello sport, cresciuto nel motorsport, ora alle prese con auto e moto di tutti i giorni (o quasi). Laurea in comunicazione internazionale e sociologia passando per le esperienze più disparate: Datasport, Telenova, Eurosport, Infront, Mondiale SBK e Tourist Trophy. Più che la tecnica, che lascio ad esperti ed ingegneri, in un veicolo guardo la funzionalità e i consumi. Meglio se a emissioni zero. Perché la vita e (la Terra) è una sola. Sportivo praticante e problem solver di natura.

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