Lanciato da Volkswagen nel dicembre scorso, il car sharing basato su auto elettriche (in futuro anche a guida autonoma) Moia è ben più di una iniziativa di bandiera per il costruttore. Al contrario, è parte integrante della strategia dell’azienda di Wolfsburg.
A dirlo è Ole Harms, CEO di Moia: “Il nostro intento è quello di trasformare la mobilità in un servizio per il Gruppo VW. Creare un business model profittabile e ottimizzare ciò che facciamo è la chiave prima del lancio globale del servizio. Non vogliamo fare errori su larga scala“.
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In buona sostanza, quello che Harms ha in mente è un servizio che, forte della produzione di massa di Volkswagen, non sia una perdita di soldi come altri servizi simili. Uber su tutti, che è attivo dal 2009 e non ha ancora raggiunto la profittabilità. La deadline di Harms è il 2025: entro quella data Moia sarà attivo sul mercato di massa e farà utili.
Ma la start up di VW non dovrà vedersela solo con i futuri taxi condivisi a guida autonoma di Uber, attualmente ancora in fase di test, ma anche con i servizi di car sharing Car2Go (di Daimler Mercedes) e DriveNow (di BMW) che non solo sono attivi già da quasi un decennio (pur senza brillare per profitti) ma si sono anche recentemente alleati.
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