Sono allarmanti i risultati del progetto europeo LIFE PERSUADED, guidato dall’Istituto Superiore di Sanità e mirato ad analizzare l’esposizione della popolazione infantile italiana a ftalati (DEHP) e bisfenolo A (BPA), che ha coinvolto per 4 anni 900 coppie madre-figlio: dallo studio è emerso che l’esposizione a queste due sostanze ritenute pericolose per la salute è praticamente universale.
Il 100% dei bambini e delle madri sono risultati esposti agli ftalati e il 77% di loro anche al bisfenolo A. Inoltre, i bambini tra i 4 e i 6 anni hanno presentato livelli maggiori di ftalati e BPA rispetto alle altre fasce d’età. L’esposizione a queste sostanze è stata misurata tramite analisi delle urine.
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Ftalati e bisfenolo A, quindi, sono praticamente ubiqui rendendo quasi impossibile sottrarsi alla loro esposizione. Si tratta di composti chimici utilizzati come plasticizzanti: rendono cioè simili alla plastica (e lavorabili come la plastica dall’industria) diversi materiali usati in migliaia di prodotti di uso quotidiano, come i contenitori per gli alimenti, i giocattoli per i bambini e i cosmetici.
Sono sostanze volatili e che si diffondono facilmente nell’ambiente e che vengono metabolizzate in fretta dal nostro metabolismo. Sono riconosciuti come interferenti endocrini e obesogeni: cioè interferiscono con i nostri ormoni e favoriscono l’insorgere dell’obesità, hanno effetti sul sistema riproduttivo, sul neurosviluppo, sul sistema immunitario e sul metabolismo lipidico e degli ormoni tiroidei.
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I loro effetti nocivi si vedono soprattutto durante fasi critiche della vita come l’infanzia, la pubertà e la gravidanza. Tutti periodi durante i quali, al contrario, il corpo umano dovrebbe essere maggiormente protetto.
Dalle attività del progetto LIFE PERSUADED sono scaturite per questo alcune iniziative come la creazione di una biobanca di campioni di urina e di tessuti animali, che saranno utili ad approfondire gli studi scientifici su queste sostanze.
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