Rifiuti elettronici: traffici illegali dall’Europa all’Africa

Traffico illegale di rifiuti elettronici dall’Europa all’Africa e all’Asia. In un rapporto realizzato da Greenpeace e Ban (Basel Action Network) si evidenzia come 350 mila tonnellate all’anno di questi rifiuti vengano esportati senza rispettare i crismi di legge.

Il rapporto, dal titolo “Buchi nell’economia circolare”, evidenzia come il dato, di per sé molto negativo, lo diventi ancora di più se si considera che il Vecchio Continente ha il tasso di raccolta e riciclo dei RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) più alto del mondo, con un promettente 35%. Sembra quindi che non ci sia coerenza fra le sane pratiche ambientali messe in atto e le situazioni che sfuggono di mano. Il contrasto è marcato, per questo fa ancora più male.

Lo studio è stato consegnato al ministro dell’ambiente Sergio Costa, che almeno per la parte di competenza dell’Italia vuole prendere delle contromisure: “L’Africa non può essere la nostra pattumiera. Esiste un efficiente sistema di raccolta e riciclo nel nostro Paese, se ci sono delle falle lo verificheremo. Darò incarico al Comando Tutela Ambiente dei Carabinieri di attivare le opportune verifiche“.

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Ai cittadini -prosegue Costa- ricordo invece che i rifiuti elettronici possono essere smaltiti nelle isole ecologiche di ogni Comune oppure nei negozi dove si acquista un nuovo prodotto. Non solo, i rifiuti delle apparecchiature elettroniche inferiori a 25 centimetri possono essere consegnati ai negozi specializzati con una superficie superiore a 400 metri quadrati, senza obbligo di acquisto. Parliamo quindi anche di caricatori dei telefonini, cuffiette, carte di credito che spesso teniamo nel cassetto. Smaltendoli correttamente si fa un regalo all’ambiente: dai RAEE è possibile ricavare ben il 90% di materie prime seconde, con un rilevante risparmio energetico rispetto all’estrazione di nuove materie prime vergini“.

Interessati dal traffico illegale di rifiuti elettronici sono nel caso in esame: computer, monitor, stampanti e telefonini, che invece di essere correttamente smaltiti in Europa vengono inviati illegalmente in Africa e Asia. Lo si è scoperto piazzando delle “cimici” GPS che hanno seguito il viaggio degli apparecchi elettronici scartati, alcuni dei quali gettati in Italia e rivenduti in negozi dell’usato in Nigeria e in Ghana. Molti di questi rifiuti, inoltre, vengono bruciati nei paesi in via di sviluppo per estrarne i materiali preziosi, rilasciando sostanze tossiche nell’ambiente.

Via | Ministero dell’Ambiente

Rosario Scelsi

E' una persona semplice e senza grilli per la testa, che ama la serenità.

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